"Ma Kamala ce la fa?". Pressing e consigli, le ultime 48 ore di Joe in villa con il suo staff

In isolamento nel Delaware, ha resistito fino a sabato pomeriggio. Poi la scelta

"Ma Kamala ce la fa?". Pressing e consigli, le ultime 48 ore di Joe in villa con il suo staff
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Prima dell'annuncio del ritiro, Joe Biden aveva passato gli ultimi giorni a chiedere ai suoi consiglieri, «pensate che Kamala possa vincere?». Un netto cambio di atteggiamento, rispetto al «Kamala non può farcela con Trump», che andava ripetendo da settimane, dopo la débâcle del dibattito tv di Atlanta, quando si era aperta la breccia nella diga che lo staff della Casa Bianca e della campagna avevano costruito attorno alle sue condizioni fisiche. La convinzione che la sua vice presidente sarebbe uscita sconfitta dal voto di novembre era stata tra i motivi, non l'unico, che lo avevano spinto a resistere per tre settimane alle crescenti pressioni del partito e a sondaggi impietosi.

Il 13 luglio, in un incontro faccia a faccia, il leader della maggioranza dem al Senato aveva consegnato al presidente l'ennesimo ultimatum: la maggioranza dei Democratici al Congresso gli avevano ormai voltato le spalle. «Ho bisogno di un'altra settimana», la risposta di Biden, secondo una fonte a conoscenza del colloquio. Il venerdì prima dell'annuncio, Biden lo aveva trascorso in silenzio, nell'isolamento della residenza estiva di Rehoboth, in Delaware, dove si sta riprendendo dal Covid. Con lui, riferiscono alcuni retroscena dei media Usa, una ristrettissima cerchia: la moglie Jill; Steve Ricchetti, uno dei suoi consiglieri più stretti; Annie Tomasini, vice capo dello staff della Casa Bianca; e Anthony Bernal, consigliere della first lady. Ancora, nella serata di venerdì, Biden sembrava intenzionato a rimanere in corsa. «Non mollare», lo aveva incoraggiato al telefono Ron Klain, suo ex capo dello staff. «È la mia intenzione», la risposta. Sabato pomeriggio, la decisione era presa. «Voglio che tu e Mike veniate qui», ha detto Biden al telefono, convocando nuovamente Ricchetti e Mike Donilon, suo capo stratega e ghost writer. Fino a tarda notte, i tre hanno limato ogni parola della lettera che avrebbe annunciato al mondo il passo indietro del presidente: «Credo che sia nel miglior interesse del mio partito e del Paese che io mi dimetta e mi concentri esclusivamente sull'adempimento dei miei doveri di presidente per il resto del mio mandato».

La scelta della lettera come mezzo per l'addio alla campagna, rispetto al messaggio televisivo, era stata dettata dalle condizioni ancora precarie di Biden: la voce roca, il fisico fiaccato dal Covid, nonostante la «rapida ripresa». Il presidente però assicurava: «Parlerò alla nazione in settimana in modo più dettagliato della mia decisione». A conferma di quanto la decisione sia stata personale e sofferta, la tempistica dell'annuncio. Biden ha informato i membri senior del staff, in una call su Zoom, appena un minuto prima della diffusione della lettera, pubblicata su X alle 14.46 (ora locale). In mattinata, Biden aveva chiamato al telefono, per informarli, Kamala Harris, il capo dello staff della Casa Bianca Jeff Zients e la presidente della sua campagna, Jen O'Malley Dillon. Il resto dello staff ha appreso la notizia dai social network e dai media.

Poche ore prima dell'annuncio, sull'account di Biden, ancora si leggeva: «È l'elezione più importante della nostra vita. E io la vincerò». Le speculazioni sul perché Biden nella lettera non avesse annunciato anche l'endorsement per Harris avevano vita breve. Mezz'ora dopo l'annuncio dell'addio, in un altro post su X, il presidente offriva il suo «pieno sostegno e appoggio a Kamala».

C'è ora attesa per quel messaggio alla nazione con il quale Biden spiegherà «in modo più dettagliato» la sua decisione. Non c'è certezza sui tempi ma, Covid permettendo, potrebbe avvenire entro la metà della settimana, che vede anche la presenza a Washington di Benjamin Netanyahu, che mercoledì parlerà al Congresso. Biden intende incontrarlo, ha confermato la Casa Bianca. Difficile però che il presidente usi quell'occasione per togliersi qualche macigno dalle scarpe. Spaccherebbe un partito che, dopo averlo scaricato, si è ora ricompattato dietro alla candidatura di Harris.

Persa la battaglia interna, Biden deve ora difendersi dagli attacchi dei Repubblicani, che lo vorrebbero subito dimissionario anche dalla presidenza.

La Casa Bianca è stata costretta a precisare che nessun motivo di salute ha giocato un ruolo nella decisione di Biden di ritirarsi. Pochi giorni fa, in un'intervista, lo stesso Biden aveva detto che solo i medici avrebbero potuto imporgli un passo indietro.

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