Riccardo PelliccettiQuarant'anni di carcere per il genocidio di Srebrenica per crimini di guerra e contro l'umanità. L'ex leader dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, è stato riconosciuto colpevole dal Tribunale penale internazionale dell'Aja di dieci capi d'imputazione, tra cui, oltre al massacro di Srebrenica, dove restarono uccisi 8mila musulmani, anche l'assedio di Sarajevo, durato quarantaquattro mesi con un bilancio di 10mila vittime. Il giudice lo ha ritenuto «penalmente responsabile» per omicidio e per gli attacchi ai civili nella capitale bosniaca e ha inoltre sostenuto che «voleva eliminare i maschi musulmani di Srebrenica».Originario del Montenegro, dove nasce nel 1945, Karadzic si trasferisce all'età di 15 anni a Sarajevo, dove poi si laurea in Psichiatria. Nei primi anni Novanta, fa la sua prima pubblica apparizione sulla scena politica bosniaca, alla vigilia delle prime elezioni multipartitiche che seguono la disgregazione della Jugoslavia. Grazie all'appoggio di Belgrado e del presidente Slobodan Milosevic, viene eletto a sorpresa leader del nuovo Partito democratico serbo (Sds). Comincia così a diventare il paladino del nazionalismo serbo in Bosnia e a sostenere il disegno di Milosevic per realizzare la «Grande Serbia». Nel 1992 è addirittura eletto presidente dell'autoproclamata Repubblica serba di Bosnia e negli anni successivi diventa il volto simbolo della guerra civile, facendosi ritrarre pubblicamente con la mimetica indosso, mentre ordina alle sue milizie di portare a termine la pulizia etnica. Oltre all'eccidio di 8mila musulmani a Srebrenica e ad aver terrorizzato Sarajevo cannoneggiandola per quattro anni, è accusato anche per le condizioni disumane in cui deteneva i prigionieri nel campo di concentramento di Prjiedor e per diversi altri massacri. Nel 1995, il Tribunale dell'Aja emette un mandato di cattura per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità contro di lui e il suo braccio destro, il generale Ratko Mladic, capo delle forze militari serbo-bosniache. Nel 1996 arriva un secondo mandato di cattura, mentre il Tribunale internazionale avvia il processo in contumacia.Karadzic diventa una primula rossa e riesce a sfuggire a lungo la cattura, grazie agli appoggi politici di cui gode, anche se Belgrado, spinta dalle pressioni internazionali, lo obbliga ad abbandonare ogni incarico. La latitanza dura a lungo, e nonostante tutti i blitz e le operazioni di intelligence per prenderlo, continua a essere uccel di bosco. Ma dopo 13 anni, il 21 luglio 2008, viene arrestato a Belgrado, dove viveva da diversi anni e si muoveva liberamente spacciandosi per medico new age.
Alcuni media hanno sostenuto che la lunga latitanza era frutto di un accordo con gli Stati Uniti, durante i negoziati di pace a Dayton con il vicesegretario di stato Richard Holbrooke. Tesi che Karadzic sosterrà anche durante il processo all'Aja, dichiarando di non riconoscere il Tribunale internazionale e di essere vittima di una cospirazione della Nato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.