Un telefono cellulare in un cassonetto, un'intercapedine con accesso dal giardino e un vano nascosto sotto il tetto. Sono queste, le tre scoperte più interessanti emerse durante la prima giornata di ispezioni all'interno dell'ex hotel Astor a Firenze, da dove ormai 8 giorni fa è scomparsa la piccola Kataleya Alvarez, 5 anni.
Dopo lo sgombero delle circa 140 persone che risiedevano nella struttura nel quartiere di San Jacopino, ieri gli investigatori hanno rivoltato lo stabile come un calzino, alla ricerca di ogni possibile indizio per far luce sulla sparizione della bambina. Per l'ispezione sono state utilizzate apparecchiature tecnologiche all'avanguardia (sonde, telecamere e droni) che hanno permesso di visionare l'interno di vani angusti, intercapedini, controsoffitti, cunicoli, tubazioni, botole, pozzetti e sottotetto, anche normalmente non accessibili. Al lavoro dalle prime ore del mattino fino a metà pomeriggio, gli uomini dell'Arma con il «Silent team» del Gis hanno scoperto un'intercapedine con accesso dal giardino, che potrebbe essere stata utilizzata come un nascondiglio. È stata controllata anche una botola nel cortile in cui Kata era solita giocare, che conduce alle fondamenta dell'edificio attraverso un dedalo di corridoi. Angoli dove forse la bambina avrebbe potuto essere stata nascosta dai suoi rapitori. Stesso discorso per un sottotetto: il locale, inaccessibile, è stato ispezionato attraverso un buco scavato direttamente sul tetto. Ma sono soltanto ipotesi, e forse la seconda giornata di ispezione fissata per oggi, mentre da ieri pomeriggio l'ex hotel è presidiato per evitare ingressi non autorizzati e manomissioni di eventuali prove potrà dire qualcosa di più. Finora è stata perquisita la metà della struttura: all'esterno, in un cassonetto dei rifiuti, gli investigatori hanno recuperato un telefono cellulare, che è stato acquisito e verrà sottoposto ad analisi come altri oggetti trovati nelle camere dove vivevano gli occupanti. La procura fiorentina ha messo in campo tutte le risorse a disposizione: è stato chiesto il coinvolgimento di risorse d'élite come il reparto crimini violenti del Ros (che dovrà anche ricavare un profilo dei sequestratori) e il Ris di Roma.
Intanto gli avvocati dei genitori di Kataleya hanno nominato come consulente il generale in congedo Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, che ha affermato come «il tempo trascorso va nella direzione di esiti gravi».
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