Kiev blocca il transito di gas russo. "L'Europa ha 4 rotte alternative"

Zelensky: "Grande sconfitta di Mosca". Bruxelles: "Preparati". Pichetto: "Scorte sufficienti, ma valutiamo nuove misure". A Ravenna la nave rigassificatrice

Kiev blocca il transito di gas russo. "L'Europa ha 4 rotte alternative"
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I decenni di predominio di Mosca sui mercati energetici europei sono finiti con l'ultimo giorno del 2024. Dal primo gennaio infatti le esportazioni di gas russo attraverso i gasdotti di epoca sovietica che attraversano l'Ucraina si sono fermate per volontà del colosso russo Gazprom: la motivazione ufficiale è che l'Ucraina si è rifiutata di rinnovare un accordo di transito.

La fine del transito del gas russo verso l'Europa attraverso l'Ucraina è «una delle più grandi sconfitte di Mosca», ha commentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui Mosca è stata guidata da un «cinico ricatto energetico» e «quando Putin prese il potere in Russia più di 25 anni fa, il volume annuo di gas inviato attraverso l'Ucraina verso l'Europa ammontava a più di 130 miliardi di metri cubi, mentre oggi è a zero».

L'Italia si trova in una posizione di tranquillità, spiega il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui «abbiamo lavorato per mettere in sicurezza il Paese, garantendo il completo riempimento degli stoccaggi di gas al primo novembre». Dunque le riserve sufficienti a garantire il fabbisogno futuro non impediscono al governo italiano di ragionare su ulteriori misure «per massimizzare la giacenza in stoccaggio al fine di affrontare con tranquillità la stagione invernale in corso». E annuncia che a brevissimo è previsto l'arrivo a Ravenna di un'altra nave rigassificatrice che «aumenterà ancora la capacità di importazione di Gnl nella nostra rete». Infine rivolge un appello all'Europa, ovvero agire con soluzioni concrete, come quella dell'adozione del price cap, in grado di proteggere tutti i Paesi in egual misura con percorsi di regolamentazione al fine di abbassare le tariffe.

Lo stop non avrà conseguenze sull'Europa dal momento che, rispetto a due anni fa, il vecchio continente dispone di strade alternative per l'approvvigionamento. Lo assicura la Commissione Ue in un paper dedicato, dove sono indicati parametri e analisi che prevedono il coinvolgimento di una nuova bretella di gnl che passa da quattro paesi come Germania, Grecia, Italia e Polonia, senza dimenticare un altro player emergente come la Turchia. Una sorta di autostrada del gas che dal nord tocca i due hub mediterranei che, tra le altre cose, sono stati i più operativi negli ultimi anni: l'Italia in virtù dell'attivismo dell'Eni e degli accordi con l'Algeria; e la Grecia con i due rigassificatori a Revithoussa e Alexandroupolis. Per cui la Commissione ritiene che i 14 miliardi di metri cubi di gas l'anno che finora sono transitati attraverso l'Ucraina possono essere sostituiti da importazioni di gnl dalle rotte alternative citate.

Resta solo una piccola criticità per i due ultimi acquirenti di gas russo tramite l'Ucraina, ovvero Slovacchia e Austria, che nel frattempo si stanno mobilitando per una fornitura alternativa, mentre l'Ungheria continuerà a ricevere gas russo tramite il gasdotto TurkStream sotto il Mar Nero.

Ma non è tutto, perché andrà valutata la posizione della Moldavia, su cui Zelensky è stato chiaro: «Il compito comune dell'Europa è quello di sostenere l'ex Moldavia sovietica in questo periodo di trasformazione energetica».

Chisinau infatti potrebbe essere l'epicentro di una crisi energetica ma anche geopolitica, dal momento che i leader moldavi hanno attuato misure di risparmio energetico e assicurato ai residenti riserve temporanee di gas, ma la Transnistria è come noto sotto il controllo russo, quindi a forte rischio energetico: da ieri Gazprom ha interrotto le forniture per un debito contestato di quasi 700 milioni di euro, motivazione contestata dal governo moldavo.

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