Un Paese martellato, che vacilla, che vede il baratro della solitudine e della sconfitta. Questa è l'Ucraina nel 775esimo giorno di una guerra in cui è stata trascinata dall'aggressività paranoica di Vladimir Putin, che ha sperato di poter vincere e da cui ora spera solo di uscire senza troppi danni, magari grazie a una conferenza di pace di cui il presidente Volodymyr Zelensky è tornato a parlare ieri alla Ukrainska Pravda. Un evento che si dovrebbe tenere in Svizzera in estate (la data precisa sarà stabilita nei prossimi giorni) e che dovrebbe coinvolgere «80-100 Paesi da tutto il mondo», anche perché la mediazione della sola Turchia non può più bastare per «provare almeno a costringere la Russia a una pace giusta». «Con tutto il rispetto per i nostri partner turchi - spiega il presidente-attore - hanno anche forti relazioni con la Russia, hanno i loro altri interessi economici».
Zelensky appare cupo e angosciato. Sabato sera, in un discorso alla televisione ucraina, ha dipinto un quadro a tinte fosche. Ha ricordato che l'Ucraina potrebbe rimanere senza missili di difesa aerea se Mosca dovesse continuare i bombardamenti al ritmo dell'ultimo mese, «e i partner lo sanno», un modo come un altro per invitare gli alleati a fornire almeno 25 sistemi di difesa aerea Patriot, solo strumento in grado di ribaltare l'esito del conflitto. Un esito che appare comunque scontato nel caso in cui l'aiuto americano di 60 miliardi di dollari voluto da Joe Biden restasse al palo a causa dell'opposizione repubblicana al Congresso. «Se il Congresso non aiuta l'Ucraina, l'Ucraina perderà la guerra», ha detto Zelensky agli ambasciatori della piattaforma governativa Usa United24 per la raccolta fondi, durante una videoconferenza.
Il momento è difficile, i russi martellano come raramente accaduto in questo schifo di guerra, i soldati di Kiev «vengono attaccati in modo massiccio e direi anche di routine da bombe aeree guidate che spazzano via le nostre posizioni», spiega al Financial Times il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Si tratta di bombe talmente potenti (possono trasportare da 0,5 a 1,5 tonnellate di esplosivo per oltre 60 chilometri e a terra lasciano crateri larghi fino a 20 petri e profondi 6) che gli esperti della Difesa di Kiev ritengono no ci siano adeguate contromisure al momento. Secondo il FT i russi avrebbero attaccato l'Ucraina con circa 3.500 bombe aeree guidate nel 2024, sedici volte di più del 2023. Nella sola terza settimana di marzo Mosca avrebbe lanciato oltre 700 bombe aeree guidate.
E intanto torna ad aleggiare l'incubo delle armi chimiche, che secondo le forze armate ucraine il nemico russo utilizzerebbe sistematicamente in violazioni alle norme di diritto internazionale. Si tratterebbe di centinaia di casi (371 secondo le forze ucraine) in cui i russi avrebbero lanciato granate con sostanze K-51, non letali nelle dosi usate ma con effetto lacrimogeno.
Ieri le bombe russe hanno ucciso tre persone nella regione di Zaporizhzhia, una ragazza a Belgorod, mentre secondo la Tass le forze armate ucraine avrebbero colpito la cupola della sesta unità della centrale nucleare di Zaporizhzhia, senza fare danni importanti.
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