De Benedetti: "Salvini? Un fallimento". Ma l’attacco è un boomerang

De Benedetti non riesce a non attaccare Salvini, neppure quando il tema della domanda è il governo Draghi, personaggio che come dice lui stesso è "un amico, una persona che stimo molto"

De Benedetti: "Salvini? Un fallimento". Ma l’attacco è un boomerang

Ospite di "Piazza Pulita", trasmissione in onda sulle frequenze di La7, Carlo De Benedetti si è scagliato ancora una volta contro Matteo Salvini, reo di essersi reso protagonista di una politica flop che lo ha portato a piegarsi al volere della base del partito di cui è segretario e quindi ad aprirsi all'Europa e a Draghi.

In realtà il discorso iniziato dal conduttore Corrado Formigli avrebbe dovuto vertere sul nuovo governo e sulla situazione in essere nel parlamento italiano, coi partiti delegittimati e un esecutivo creato ad hoc a quattro mani da Draghi con la collaborazione di Sergio Mattarella. "Rimescolando tutto e saltando tutti a bordo del governo Mario Draghi, il rischio è che quest'ultimo non riesca mai a governare. Cioè, Mario Draghi dovrà tenere conto di questi partiti o questi partiti sono talmente deboli e talmente delegittimati che paradossalmente ci troviamo davanti a una nuova era, mi faccia passare il termine, di antipolitica? Cioè gli italiani dicono a Mario Draghi pensaci tu, non ti preoccupare del parlamento, smonta tutto'. Cioè è un governo con tutti dentro o è un governo dei commissari Draghi e Mattarella? Ecco, questo vorrei sapere da lei", chiede il conduttore.

Una domanda abbastanza chiara, ma il prurito antisalviniano di De Benedetti emerge con forza dopo la prima sillaba, portandolo palesemente fuori tema. "Io penso innanzi tutto che Draghi sia un risultato della Waterloo della politica. Non è Draghi che determina il fallimento della politica, è la politica che ha determinato il suo fallimento. E Draghi è arrivato per quello. Ora, il problema è un altro. Vorrei aggiungere una cosa su Salvini", spiega De Benedetti che senza affondare contro uno dei suoi principali obiettivi da sempre non può stare, anche nel momento in cui quest'ultimo decide di appoggiare la medesima soluzione a lui gradita e di dare la fiducia a Draghi.

"Salvini ha realizzato il più grande flop politico dai tempi che io ricordi. Perché lui ha preso un partito con base chiaramente al nord". "Che però aveva il 5%", ricorda Formigli."Sì, però lui ha cercato di trasformare la Lega in un partito nazionale", aggiunge De Benedetti. "E questo è stato un flop totale. In Puglia lui ha preso delle frattaglie. Ha fatto la grande battaglia per l'Emilia Romagna e per la Toscana e le ha perse entrambe", affonda ancora, dimenticando quanto abbia sudato il Pd nelle sue roccaforti per portare a casa un risultato che tutti davano per scontatissimo. Due Regioni in cui il centrodestra non era mai arrivato ad insidiare coloro i quali si trovano da decenni nelle stanze dei bottoni, tra cooperative, sagre e Feste dell'Unità."Dopodichè si è reso conto che la Lega non poteva essere un partito nazionale. Perché quando si è trovato davanti alla scelta di Draghi che voleva dire la scelta dell'Europa, la sua base elettorale, che è esclusivamente del nord, gli ha fatto capire che o cambiava lui o lo mandavano a casa. Lo mandavano a casa, perché lui ha fatto un'operazione che politicamente è stata un flop gigantesco. Per lui".

Tanta la stima per Draghi:"Lo conosco molto bene, da tanti anni. È un amico e una persona che stimo molto. Molti hanno trovato bizzarro che potesse essere impiegato in una funzione politica. Ma Draghi è un politico", conclude sornione De Benedetti.

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