«Dietro le accuse a Ratzinger di aver sottovalutato quattro casi di pedofilia quando guidava l'arcidiocesi di Monaco c'è la manina di chi nella Chiesa tedesca è fin troppo impaurito di perdere potere e prestigio in patria a vantaggio della Chiesa protestante». Il sospetto di una volontà «scissionista» Oltretevere è concreto, come conferma al Giornale un alto prelato che preferisce rimanere anonimo. Da Martin Lutero a oggi Nihil sub sole novi, dice la Bibbia (Ecclesiaste 1,9), nulla di nuovo sotto il Sole. Sono stati (per ora) scongiurati gli assalti ai «valori non negoziabili» come aborto e eutanasia, che - rivelò Il Giornale in esclusiva - al pari della dottrina gender restano «crimini che nessuna legge può pretendere di legittimare», scrisse il 1 ottobre 2021 la Congregazione della Dottrina della Fede a Toni Brandi e Jacopo Coghe di Pro Vita & Famiglia, che sollevavano dubbi sul ddl Zan. In ballo non c'è solo la quasi conclamata volontà dei vescovi tedeschi di aprire alla comunità Lgbtq+. Chi ne ha preso le distanze, come il cardinale Rainer Maria Woelki, ne è uscito con le ossa rotte («da false accuse»). La Chiesa guarda ai gay nell'interpretazione più genuina del passo evangelico in cui Dio dice a Pietro «Pascola le mie pecore». Papa Bonifacio VIII riconosce che tutte gli sono state affidate, non questa o quella. L'obiettivo vero è l'addio al celibato dei preti, considerato dall'ala liberal la soluzione più facile per scongiurare la crisi di vocazioni e al tempo stesso limitare la pedofilia. «Ma i giovani preti di oggi hanno sete di Gesù, non sono ideologizzati come chi negli anni Sessanta si era abbeverato al Vaticano secondo». C'è davvero bisogno di abolire il celibato? Il sacerdote è convinto. «Papa Francesco non lo farà: Preferisco dare la vita prima di cambiare la legge del celibato, disse citando Paolo VI tornando da Panama». Ma chi è che ostacola questo disegno e quindi va infangato? Benedetto XVI. «Basta ricordarsi cosa disse nel libro del cardinale Sarah sul legame sacramentale tra celibato e sacerdozio dopo il Sinodo sull'Amazzonia».
Chi ha letto davvero il dossier contro Ratzinger si è accorto che è un bluff, «orchestrato dai modernisti che già spaventavano San Pio X cento anni fa», commenta un osservatore di cose vaticane, che ricorda il libro di padre Jean Baptiste Lemius, quando l'allora Papa parlò di «sacerdoti riformatori» come «i più dannosi tra i nemici della Chiesa». «Ma non praevalebunt, non prevarranno», assicura.
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