L'addio al medico di Mattarella che l'ha protetto dal Covid

Il professor Pitrolo è morto per un malore mentre era al Colle. Amico del presidente, lo seguiva anche all'estero

L'addio al medico di Mattarella che l'ha protetto dal Covid

E così all'improvviso, di notte, l'uomo che parlava con il presidente ha smesso di vivere. Il «dolore intenso» adesso di Sergio Mattarella, il senso «di vuoto incolmabile» per la scomparsa dell' «amico da una vita», che curava e raccoglieva le confidenze del capo dello Stato. Il Quirinale è infatti sotto choc, preso alla sprovvista per la morte a 71 anni del professor Francesco Pitrolo, medico personale di Mattarella, professionista molto noto in Sicilia, a lungo direttore dell'unità di cardiologia dell'ospedale Cervello di Palermo.

L' archiatra del Colle era ben lontano da quelle immagini dei dottori di corte, dai nasi affilati e i lunghi cappelli neri sulla testa. Ma era il fedele compagno di tutti i viaggi presidenziali, era il creatore di quella «bolla» sanitaria che durante il periodo più duro della pandemia ha tenuto Mattarella al sicuro, almeno fino a dicembre scorso quando si contagiò alla prima della Scala. Un luminare, raccontano, ma soprattutto appunto «l'amico sincero», quasi un fratello. «Un rapporto strettissimo, di grande affinità». La persona a cui il presidente della Repubblica affidava non solo la sua salute, ma anche i suoi sfoghi e i suoi crucci. Forse pure le sue impressioni sulla situazione politica.

Pitrolo è scomparso nella notte per un malore proprio mentre si trovava nel suo alloggio al Quirinale: ieri avrebbe dovuto accompagnare Mattarella alle celebrazioni della giornata nazionale del personale sanitario e del volontariato. Ma non si è più svegliato. Lascia la moglie Yvonne e la figlia Flora. Il capo dello Stato, molto colpito, ha cancellato tutti gli impegni previsti in agenda. I funerali nei prossimi giorni in Sicilia.

Il professor Pitrolo, originario di Scicli, dopo una serie di corsi di specializzazione in America dirigeva cardiologia al Cervello e si divideva tra il suo reparto di Palermo e il Quirinale. Non era nello staff, però il capo dello Stato lo ha sempre voluto accanto, nel cerchio stretto, fin dall'inizio del primo mandato. Alto, corporatura imponente. Baffoni, papillon, capelli un po' alla Einstein. Estroverso, simpatico, non gli mancava il buon umore, «faceva gruppo» e legava perfettamente con la struttura sanitaria ufficiale del Colle, affidata ai medici della polizia.

Nel novembre del 2021 il presidente lo aveva insignito del cavalierato di Gran Croce dell'ordine al merito della Repubblica italiana.

«Non posso fare a meno di ringraziare i miei colleghi di reparto - il suo commento dopo l'onorificenza - professionalmente bravi, appassionati e coesi, che mi hanno permesso, nonostante il difficilissimo momento che ci ha visto in prima fila, di svolgere l'attività presso la presidenza».

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