In un secolo la temperatura globale si è alzata di 1,1 gradi. E i disastri naturali sono sempre più frequenti e violenti. A leggere il rapporto Onu steso dall'Intergovernamental panel on climate change sembra di entrare nella sceneggiatura di uno di quei film catastrofici di Hollywood. Ma, al di là della farcitura apocalittica che l'Europa è solita dare alle tematiche ambientali, una verità pesante c'è: se non verranno adottate strategie di mitigazione delle emissioni sarà impossibile raggiungere gli obiettivi delineati dagli Accordi di Parigi e mantenere al di sotto di 1,5 gradi centigradi l'aumento medio delle temperature globali.
«Per raggiungere lo zero netto di emissioni entro il 2050, e di conseguenza stabilizzare il clima, è necessario raggiungere il picco di emissioni prima del 2025 e ridurle del 43 per cento entro il 2030» sintetizza Elena Verdolini, ricercatrice presso l'Università di Brescia e una delle firme del rapporto dell'Ipcc.
L'allarme ambientale ovviamente riguarda anche l'Italia. Dove una delle priorità da affrontare è la siccità, soprattutto in vista di quella che si preannuncia come un'estate peggiore rispetto allo scorso anno. L'Osservatorio sulle risorse idriche dell'associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari (Anbi) segnala un grave rischio per l'approvvigionamento idrico pubblico per oltre 3 milioni di persone. A ciò si aggiunge il rischio di impatti sull'agricoltura. La mancanza di pioggia sta riducendo le portate fluviali (dal 30 al 70% circa in meno rispetto alla media) e l'accumulo nei maggiori laghi (dal 40 al 15% di riempimento) del Nord Italia. I dati arrivano dal nuovo rapporto sulla siccità in Europa pubblicato dalla Commissione europea in vista della Giornata mondiale dell'acqua. «Il livello dell'acqua nel fiume Po è inferiore al minimo storico» si legge nel dossier. «La portata misurata a Torino è di 15,7 metri cubi al secondo contro un valore medio dello stesso periodo di oltre 60 metri cubi al secondo. In prossimità della foce del Po, in località Pontelagoscuro (Ferrara), la portata è prossima al limite inferiore per contrastare l'avanzamento del cuneo salino» si precisa nel paragrafo dedicato all'Italia.
«La situazione è molto difficile, non possiamo negarlo - ammette il ministro all'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin - Per questo occorre una presa d'atto che dopo 30-40 anni dobbiamo pensare a un modello diverso, che abbia meno enti di gestione. Se pensiamo che attualmente l'Italia accumula il 10% delle acque piovane e Paesi come la Spagna sono a oltre il 35%, abbiamo degli spazi da coprire.
E l'impegno del governo va proprio in questa direzione». Ad oggi i gestori del servizio idrico in Italia sono 2.300 ed è urgente snellire il sistema per non trovarci a gestire un'emergenza che potrebbe mettere in ginocchio l'agricoltura.
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