Per l'allarme peste suina 130 maiali e cinghiali a rischio nell'oasi protetta

L'Asl vuole abbatterli, l'associazione «Sfattoria» ricorre al Tar: «Non si toccano, sono sani»

Per l'allarme peste suina 130 maiali e cinghiali a rischio nell'oasi protetta

Maiali? Cinghiali? Come? Non sono destinati alla consumazione di carne ma sono regolarmente registrati come animali d'affezione? Abbattiamoli comunque!

E meno male che i 130 maiali e cinghiali della «Sfattoria degli Ultimi» di via Arcore 92 a Roma, un santuario di animali sottratti ad abusi e al macello, sono tutti sani e tenuti a norma in ottemperanza a quanto stabilito dall'Asl, altrimenti chissà cosa avrebbe avuto in serbo per loro la stessa Asl Roma 1 che ha notificato lunedì alla Sfattoria un'ordinanza di abbattimento per mezzo di scarica elettrica, per via della diffusione della peste suina africana, che non registra alcun focolaio nella struttura. In pratica gli animali verrebbero uccisi con una scossa fino a morte, che, vista la mole, potrebbe giungere dopo anche 15 minuti di atroci sofferenze.

La notizia ha sconvolto tanta gente che si sta riversando davanti alla Sfattoria degli Ultimi da tutta Italia. Non sono solo volontari, ma gente comune contrari. Oggi tocca ai maiali, domani potrebbe toccare a cani e gatti. «La normativa prevede l'abbattimento dei maiali degli allevamenti, anche se sani, com'è accaduto finora, se sono in zona rossa. Ma non prevede la morte per suidi come i nostri, ovvero animali da compagnia, registrati come animali non destinati all'alimentazione dice scossa, Paola Samaritani, fondatrice della Sfattoria. L'Asl Roma 1 quindi ci chiede di essere collaborativi non opponendoci all'uccisione barbara dei nostri animali malgrado si tratti di un'ordinanza che infrange la legge».

Per questo il santuario ieri mattina ha depositato il ricorso al Tar Lazio e resta in attesa della decisione della sospensiva dell'abbattimento. «Abbiamo visto scrofe con tanto di cuccioli e altre incinte uccise negli allevamenti, per simile ordinanza, con la scarica elettrica. Venti minuti di sofferenza. Sono scenari che farebbero impallidire qualsiasi film horror. I nostri animali non si toccano dice Paola - Tantissima gente sta arrivando alla Sfattoria da ogni dove e sta organizzando turni per non lasciare la Sfattoria senza protezione, anche malgrado il maltempo. Ieri è arrivata persino una signora anziana da Como con un camper». L'ordinanza di sterminio è stata firmata dal dottor Mario Frega direttore dell'Asl Roma 1, che, raggiunto al telefono, ha demandato l'ufficialità della risposta all'ufficio stampa che ieri alle 17.30 ancora non rispondeva. C'è anche l'avallo del presidente della Regione Nicola Zingaretti, a cui sono giunti diversi appelli, tra cui quello di Andrea Cisternino del rifugio K2 in Ucraina.

In poche ore change.org ha raccolto 110mila firme. Le associazioni animaliste sono scese in campo non solo per tutelare questi animali, ma perché si scongiuri un precedente. «Quelli che stanno mettendo la firma, tra cui il dottor Frega e Zingaretti, hanno sorpassato ogni decenza dice Emanuele, volontario della Sfattoria - Sono atti di una mostruosità ineccepibile. Basti pensare che nella notifica è stato scritto che dovremmo scegliere 2 maiali e salvare solo quelli.

È come se si chiedesse a una madre di 10 figli di salvarne 2 e decretare la morte degli altri. Stanno gettando nel panico migliaia di persone che hanno le viscere rivoltate. Siamo armati di cellulari per divulgare al mondo la figuraccia che stanno facendo sotto elezioni».

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