L'omicidio di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta e l'amore incondizionato di un papà

Se Nicola potesse tornare indietro a prima dell'omicidio non consolerebbe Filippo, non cercherebbe di rendere meno dura la sua realtà ma ora il suo compito di genitore è quello di far si che suo figlio sopravviva conservando la speranza del futuro

L'omicidio di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta e l'amore incondizionato di un papà
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Le parole di Nicola Turetta al figlio Filippo sono parole di vera disperazione, parole senza logica dettate dall'amore paterno che è anche e soprattutto protezione degli affetti. L'uomo che abbiamo visto e sentito nelle interviste, sin dal giorno in cui si scoprì l'omicidio della povera Giulia, è preda di un'ansia che spesso appare come un panico contenuto con estrema fatica. Riesce a essere presente in nome della responsabilità di un padre convinto che un fatto così sconvolgente e violento all'interno della sua famiglia non sarebbe accaduto se il figlio non fosse impazzito inspiegabilmente e all'improvviso. Quando si è mostrato alle telecamere non ha guardato nessuno, gli occhi rivolti verso il basso o addirittura chiusi, per la vergogna e la colpa. Vergogna per l'essere il padre di un ragazzo che ha tolto la vita a una giovane che anche lui conosceva e colpa per qualcosa che nell'educazione impartita a Filippo non ha funzionato. I genitori possono essere furenti con i figli ma sanno che i loro comportamenti dipendono da come sono stati cresciuti e dal temperamento che hanno ereditato. Un noto detto popolare dice che la mela non cade mai lontano dall'albero e questo ogni genitore con un po' di consapevolezza lo sa. Se Nicola potesse tornare indietro a prima dell'omicidio non consolerebbe Filippo, non cercherebbe di rendere meno dura la sua realtà ma ora il suo compito di genitore è quello di far si che suo figlio sopravviva conservando la speranza del futuro. Nicola sa che se Filippo si identificasse completamente nel mostro in cui si è trasformato il giorno in cui ha ucciso Giulia si toglierebbe la vita e lui, il padre, non può e non vuole che questo succeda perché non è il suo giudice ma l'uomo che lo ha generato e ha il dovere morale di assisterlo con la testa e con il cuore. Erika De Nardo uccise la madre e il fratellino mentre il padre era fuori casa e con l'intenzione di uccidere anche lui.

Francesco De Nardo, per quanto annientato dal dolore, non ha mai abbandonato la figlia, ritenendo che il suo compito fosse di non lasciarla sola ad affrontare una vita più difficile che mai. Nicola Turetta e Francesco De Nardo sanno amare incondizionatamente testimoniando cosi che la mela, a volte, può cadere lontano dall'albero.

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