“Lampedusa da 18mila a 4mila arrivi. E dietro i numeri, le vite delle persone”

Intervista a Rosario Valastro, presidente della Croce rossa: "Ora circa 190 ospiti"

“Lampedusa da 18mila a 4mila arrivi. E dietro i numeri, le vite delle persone”
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«Nel momento in cui parliamo, nell'hotspot sono presenti circa 190 ospiti». A rivelarlo è Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, parlando del calo degli sbarchi del 77% registrato nell'isola di Lampedusa rispetto al luglio di un anno fa.

Qual è la situazione nell'hotspot di Contrada Imbriacola?

«Nel luglio dello scorso anno vennero accolte nell'hotspot 18.723 persone migranti a fronte delle 4.231 del mese scorso. So che i numeri sono importanti ma dietro di essi ci sono le vite di migliaia di donne, uomini, bambine e bambini che giungono sulle nostre coste dopo pericolose traversate nel Mediterraneo. Persone cariche di speranza che a Lampedusa trovano nelle volontarie e nei volontari della Cri l'umanità di cui ogni essere umano ha bisogno».

Quali differenze di gestione avete riscontrato rispetto all'estate scorsa?

«La Croce Rossa Italiana gestisce l'hotspot di Lampedusa dal 1° giugno dello scorso anno. Da allora non è cambiato nulla per noi nelle attività che svolgiamo. Abbiamo avuto dei picchi importanti di presenze ma anche dei momenti di maggiore deflusso. In entrambi i casi abbiamo garantito a tutte le persone accolte le cure, l'affetto e i sorrisi di cui avevano bisogno, elementi chiave per mostrare loro la nostra vicinanza e trasmettere serenità dopo le paure di un viaggio senza fine».

Di che nazionalità sono i migranti sbarcati in questi mesi?

«L'origine delle persone che arrivano non è costante: da uno sbarco all'altro, le nazionalità sono le più svariate. Sono persone che rischiano la vita per diverse ragioni: si va dalla presenza di conflitti alla mancanza di condizioni socio-sanitarie adeguate, dal desiderio di dare alla propria famiglia un futuro migliore, alla volontà di vedere rispettati i propri diritti e le libertà individuali, di sentire che la propria vita non viene messa in pericolo quotidianamente».

La coesistenza tra migranti, lampedusani e turisti è migliorata?

«Il rapporto tra persone migranti, la popolazione dell'isola e i turisti è sempre stato molto buono. Ringrazio gli abitanti di Lampedusa che in più occasioni hanno fatto sentire la loro vicinanza sia a noi che agli ospiti dell'hostpot. Lo hanno fatto con affetto, grande sensibilità e discrezione e di questo sono loro grato. La stessa attenzione e disponibilità è arrivata anche da quanti sono a Lampedusa per le vacanze; anche dai turisti, in più occasioni, sono arrivati grandi messaggi di solidarietà agli ospiti del centro».

Il conflitto in Medio-Oriente potrebbe rendere la situazione dell'hotspot di nuovo esplosiva?

«Seguiamo con molta apprensione tutti i conflitti. In Medio Oriente la Croce Rossa ha perso 27 tra Volontari e Operatori della Mezzaluna rossa palestinese e del Magen David Adom in Israele, impegnati a supporto della popolazione della Striscia di Gaza.

Siamo preoccupati perché ad essere in pericolo sono tanto gli operatori umanitari e sanitari, quanto la popolazione civile, i cui diritti e la cui incolumità dovrebbero essere garantiti dalle Convenzioni di Ginevra. Nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo ci sono tanti conflitti e di varia natura, sia bellici che civili. Ci preoccupano tutti, non solo quello mediorientale. Li seguiamo da vicino».

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