«Ammirevole»: così il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, ha definito il comportamento dei tre giudici finiti al centro delle polemiche per avere rifiutato il rinvio di un'udienza chiesto da una legale che aveva il figlio di due anni impegnato in una visita sotto anestesia. In una intervista al Dubbio, Santalucia si dice «mortificato dalla quantità di critiche che si è sviluppata, anche da parte di intellettuali scesi in campo per parlare di delirio di onnipotenza dei magistrati. Ho letto su Facebook dei commenti di avvocati davvero avvilenti, deprimenti. C'è un astio montante nei confronti del potere giudiziario».
Secondo Santalucia, l'udienza poteva tenersi regolarmente perchè era comunque presente un sostituto dell'avvocato. Il problema è che nelle motivazioni utilizzate dai magistrati - in servizio presso il tribunale di Roma - di questa possibilità non si fa alcun cenno: il rinvio chiesto dalla legale, Ilaria Salamandra, viene respinto perchè chiesto fuori dai termini, e sostenendo che comunque ad accompagnare il bambino in ospedale poteva essere il padre. «Eppure sono io - aveva denunciato l'avvocato in un video - a seguire mio figlio, con il supporto di mio marito, nella patologia di cui soffre dalla nascita». La Salamandra aveva inviato la sostituta in aula solo per illustrare l'istanza di rinvio. I giudici, tre donne, hanno invece ordinato che l'udienza si tenesse regolarmente.
Il fatto che l'ordinanza si intrometta nelle scelte della legale su un terreno così delicato si spiega, secondo Santalucia, perchè «i verbali a volte
non sono redatti con la dovuta precisione, ci possono essere sovrabbondanze espressive, si cerca di arricchire la motivazione. Ma la rappresentazione di una magistratura arroccata in un potere arbitrario fa male a tutti».
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