L'anti Merkel 20 anni dopo si prende la Cdu. Angela snobba Merz e rifiuta l'invito a cena

Professionista di successo deve rilanciare il partito, spostandolo a destra

L'anti Merkel 20 anni dopo si prende la Cdu. Angela snobba Merz e rifiuta l'invito a cena

Berlino. Al congresso di Amburgo del dicembre 2018, quando Angela Merkel lasciò le redini del partito per dedicarsi solo alla cura del governo, Friedrich Merz prese il 39% dei voti ma alla fine fu Annegret Kramp-Karrenbauer (Akk) ad aggiudicarsi la presidenza della Cdu. Neppure al congresso del gennaio 2021 Friedrich Merz riuscì a imporsi, seppure strappò in quell'occasione un più solido 47% dei delegati contro il 53% che gli preferì Armin Laschet. Ieri la musica è cambiata: il 34° congresso della Cdu ha eletto l'avvocato Merz quale suo nuovo presidente con il 94,6% dei consensi.

Ci sono voluti 20 anni ma lo storico antagonista di Merkel (assente Anegla, ha declinato perfino un invito a cena ieri sera) ce l'ha fatta: a 66 anni Merz è chiamato a rinnovare la Cdu, a scrollarsi di dosso la pesante sconfitta alle legislative rimediata da Laschet, anche lui uomo della scuderia merkeliana, e a lavorare per riportare il partito al governo nell'autunno del 2025. Uomo, cattolico, renano, professionista di successo con due jet privati, abiti di taglio elegante e padre di tre figli, Merz incarna la vecchia Cdu di Helmut Kohl, proprio quel partito che 22 anni fa una donna della Germania Est, protestante, divorziata, senza figli e malvestita scalò a sorpresa dando prima il benservito al cancelliere della riunificazione e due anni dopo strappando la poltrona di capogruppo all'allora 44enne Merz. Lei tre anni dopo diventò cancelliera, poltrona che ha mantenuto per 16 anni inanellando vittoria elettorali a catena; lui invece mise da parte la passione politica per fare carriera nel settore privato.

Tramontata lei è tornato lui, e oggi la musica politica è destinata a cambiare. Perché se Merkel era una centrista incline a governare con i socialdemocratici, Merz è un conservatore della vecchia scuola: europeista, ma non al punto di condividere il debito con i Paesi spendaccioni come l'Italia, e atlantista fino al midollo. Da quando Merz ha preso quattro lustri di permesso non retribuito dalla politica attiva, la Germania è molto cambiata diventando per molti aspetti un Paese più normale, in cui in Parlamento è presente un robusto drappello di sovranisti e il cui governo si basa sulla coalizione fra tre partiti diversi: pochi per gli standard italiani, tantissimi per quelli tedeschi. In questi venti anni la Repubblica federale è cambiata e la Cdu non ha saputo tenere il passo, trascinata in avanti alle elezioni non per meriti propri ma dalla ineguagliabile popolarità di Merkel, il personaggio politico più amato di sempre nel Paese.

Ecco perché prima di dettare una nuova linea per allontanare la Cdu dal centro dello schieramento e riportarla su posizioni moderate, Merz deve modernizzare il partito, ingaggiando più giovani e più donne, senza dimenticare di dare coesione alla balena bianca tedesca composta da correnti sociali, centriste e conservatrici.

Davanti al congresso Merz ha mosso i primi passo sferzando il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz che ha accusato di inerzia. Il prossimo obiettivo sono le regionali a marzo nella Saarland: la maratona politica dell'avvocato anti-Merkel è appena iniziata.

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