L'appello cupo: dietro l'odio c'è il disastro

Il potere, se non è temperato da un riferimento superiore, soffoca l'uomo. La guerra soffoca l'umanità

L'appello cupo: dietro l'odio c'è il disastro

Il potere, se non è temperato da un riferimento superiore, soffoca l'uomo. La guerra soffoca l'umanità. Il Papa si rivolge a Dio e supplica gli uomini: mettano fine a questa guerra, interrompano il gioco temerario del cerino nucleare; il disastro si avvicina ogni giorno e non si può convivere con un'ipotesi del genere. Putin per primo, o almeno chi gli è intorno, dovrebbe considerare questo scenario spaventoso. Ma nessuno può girarsi dall'altra parte. Sono cupi, a tratti apocalittici, i toni di Bergoglio all'Angelus, quasi un'elegia funebre: «C'è bisogno di ripudiare la guerra, luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli dove i potenti decidono e i poveri muoiono». Ecco, il potere è un frutto avvelenato, ma i popoli, sofferenti e sanguinanti, stanno tutti dall'altra parte, quella delle vittime, come si coglie dalle esequie che si celebrano in queste ore a Kiev e nella sterminata provincia russa.

«Non dobbiamo abituarci alla guerra, il conflitto non è inevitabile ma dobbiamo convertire lo sdegno di oggi nell'impegno di domani. Perché se da questa vicenda usciremo come prima, saremo in qualche modo tutto colpevoli. Di fronte al pericolo di autodistruggersi l'umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell'uomo prima che sia lei a cancellare l'uomo dalla storia».

Insomma, alla fine ci saranno solo sconfitti, anche se i secoli sono una sfilata ininterrotta di città annientate e eserciti vittoriosi. Bergoglio non si arrende al passato, anche perché oggi l'arsenale atomico puó spingere la furia barbara fin dove non è mai arrivata, ad un punto di non ritorno. Il Papa cerca di portare tutti i protagonisti della ribalta mondiale su una posizione ragionevole: «È trascorso più di un mese dall'invasione dell'Ucraina, una sconfitta per tutti noi».

Venerdì il Papa aveva affidato al cuore di Maria l'umanità smarrita, e in particolare i destini di Russia e Ucraina, slegandoli da una logica di rancore e vendetta.

La virata verso la pace dev'essere guidata dai potenti, ma comincia nel cuore di ciascuno di noi. Bergoglio chiama in causa tutti: ognuno faccia la sua parte, senza recriminare e senza odiare. L'umanità corre sul filo accecata dalla bramosia. Un capitombolo avrebbe conseguenze inimmaginabili.

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