«Vorrei chiedere ancora scusa a tutti per la cosa orribile che ho fatto, in particolare ai genitori di Carol, soprattutto a suo figlio»: in apertura del processo davanti alla Corte d'assise d'appello di Milano Davide Fontana invoca perdono. Ma i giudici, presieduti da Ivana Caputo, aggravano pesantemente la condanna. Dai 30 anni di reclusione inflitti per l'omicidio di Carol Maltesi (nel tondo) all'ex bancario in primo grado all'ergastolo.
La Corte ha riconosciuto due aggravanti dell'omicidio volontario, la premeditazione e la crudeltà, che invece il Tribunale di Busto Arsizio aveva escluso. E ha accolto la richiesta del sostituto pg Massimo Gaballo. La difesa, rappresentata dagli avvocati Stefano Paloschi e Giulia Ruggeri, aveva chiesto al contrario che l'imputato fosse ammesso al rito abbreviato, proprio sulla base della contestazione delle aggravanti accolte nella prima sentenza.
Carol Maltesi, 26 anni e un figlio che oggi ha 8 anni, e il suo killer si erano frequentati ed erano anche stati insieme per un po'. Lei, ex commessa, voleva diventare attrice hard e Fontana l'ha uccisa il giorno in cui dovevano girare insieme due video su Only Fans. L'11 gennaio 2022 a Rescaldina, dove la giovane abitava, il 44enne l'ha colpita più volte alla testa con un martello, poi le ha tagliato la gola. Infine ha sezionato il suo corpo e ha gettato le parti in un dirupo nel Bresciano.
«Sono fermamente deciso a voler riparare - ha aggiunto l'imputato nelle dichiarazioni spontanee -, per quanto possibile, alle mie azioni. Non so se potrò mai essere perdonato per quello che ho fatto, darei veramente la mia vita per tornare indietro». Dopo la sentenza la zia della ragazza, in aula per assistere al processo, ha dichiarato: «Sono felice perché deve pagare, nessuno ha il diritto di togliere la vita a un'altra persona.
Ci speravamo, a maggior ragione dopo aver sentito quello che ha detto stamattina la difesa che ha buttato fango su mia nipote e sulla sua tomba». La Corte ha anche condannato Fontana a risarcire le parti civili: 168mila euro alla madre della vittima (in primo grado il risarcimento era stato di 50mila euro) e 180mila euro a suo figlio.
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