L'azzardo di Matteo che ora rischia una via crucis

La scelta di portare Mattarella al Quirinale rischia di produrre strascichi difficili da gestire. Forza Italia tirerà la corda sulle riforme e Berlusconi farà opposizione sulle misure economiche

L'azzardo di Matteo che ora rischia una via crucis

Quel che racconta la scena è un Matteo Renzi a un passo dal portare a casa una vittoria senza precedenti, con il Pd ricompattato intorno al nome di Sergio Mattarella e Silvio Berlusconi messo all'angolo. Il tutto con una buona dose di azzardo da parte di un premier che ha preferito l'unità del suo partito al patto del Nazareno.

Una scelta che rischia però di produrre strascichi difficili da gestire, non solo per quel che riguarda il tavolo delle riforme istituzionali ma più in generale. In questo anno e passa, infatti, l'asse tra Renzi e Berlusconi non è stato solo un accordo su Italicum e riforme, ma anche un modo di vivere il confronto tra maggioranza e opposizione per cui il premier ha potuto beneficiare di un atteggiamento responsabile e per molti versi comprensivo da parte di Forza Italia.

Lo scossone arrivato ieri - con la truppa azzurra allo sbando - apre invece uno scenario nuovo. Con coloro che fino a ieri sono stati i custodi del patto decisamente in affanno rispetto ai falchi alla Raffaele Fitto o all'Augusto Minzolini che da mesi vanno sostenendo che sarebbe finita come effettivamente sta finendo.

Dal giorno dopo che andrà all'incasso di Mattarella, insomma, per Renzi rischia di cominciare una sorta di via crucis, con Forza Italia a tirare la corda sulle riforme istituzionali (cui è di fatto legata l'entrate in vigore dell' Italicum ) e con Berlusconi a fare opposizione sulle misure economiche lasciando la briglia sciolta a chi nel partito sono mesi che si morde la lingua. Tutte considerazioni che il leader del Pd avrà certamente messo sul tavolo prima di decidere di compattarsi su un nome che trova così tanti consensi proprio perché proposto in chiave anti Nazareno (dalla minoranza dem agli ex grillini).

Una scommessa, insomma. Che però Renzi ha buone possibilità di vincere puntando sulla poca voglia di elezioni anticipate di un Parlamento dove sarebbero in pochi a ritrovare lo scranno. Con un azzardo che per molti versi riguarda proprio Mattarella. Il premier e l'ex ministro Dc, infatti, sono lontani anni luce, non solo nel modo di pensare la politica ma pure nel porsi rispetto alle forme e ai rituali imposti dal protocollo.

Mattarella, per capirci, è uno che crede convintamente nel motto «la forma è sostanza», l'esatto contrario del rottamatore fiorentino. Non è un caso che chi conosce bene il «quasi» presidente sia pronto a scommettere che passati i primi mesi la convivenza tra i due potrebbe essere piuttosto affannosa.

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