L'armata buonista ora ''rosica'' per la trappola ''flop" su Salvini

Italia Viva nella bufera dopo l'astensione di voto per l'immunità a Matteo Salvini sul caso Open Arms: "Atteggiamento vergognoso"

L'armata buonista ora ''rosica'' per la trappola ''flop" su Salvini

Adesso l'armata buonista anti salviniana torna alla carica dopo lo stop inferto ai magistrati di Palermo che, con ogni forza, vorrebbero mandare a processo Matteo Salvini per il caso di Open Arms. I fan dell'immigrazione si sono, infatti, infuriati contro Italia Viva che oggi ha deciso di ''battere in ritirata'' astenendosi dal voto per l'immunità all'ex ministro dell'Interno.

Quello di questa mattina, in Giunta per le immunità, è stato un colpo di scena fuori programma. Con grande sorpresa, tre senatori di Italia Viva hanno preferito non partecipare alla votazione in Sala Koch di Palazzo Madama. A detta di Francesco Bonifazi, capogruppo dei fucsia, la vicenda che coinvolge il leader del Carroccio mancherebbe di un'istrutturia ''seria'' e, dal complesso della documentazione prodotta, non sembrerebbe ''emergere l'esclusiva riferibilità all'ex ministro dell'Interno dei fatti contestati". Sebbene la preferenza dei renziani sarebbe stata influente, in ogni caso, sull'esito della votazione, l'inattesa inversione di marcia scuote l'opinione pubblica e politica.

In realtà il voto dei renziani non si è rivelato fondamentale. A fare davvero da ago della bilancia sono stati infatti i voti della dissidente Alessandra Ricciardi e dell'ex grillino Mario Michele Giarrusso.

La reazione di Open Arms

"La decisione della Giunta di oggi segna una battuta di arresto verso l’accertamento della verità e verso l’affermazione di un principio inderogabile, alla base della nostra Costituzione e di qualunque Convenzione internazionale, che stabilisce l’inviolabilità della vita e della dignità delle persone, a prescindere dalla loro provenienza, dal loro sesso, dalla loro appartenenza politica o religiosa". E' il commento a caldo della ong Open Arms dopo il voto su Matteo Salvini. "Ci auguriamo che il Senato voglia compiere una scelta diversa in un momento in cui è sempre più necessario affermare il diritto di tutti e tutte ad essere tratti in salvo se in difficoltà, a chiedere protezione, a ricevere accoglienza e cure, rispetto e gentilezza", dice Open Arms.

"Oggi che l’emergenza sanitaria ha portato il Governo italiano a chiudere nuovamente i suoi porti e a utilizzare navi private per la quarantena dei naufraghi, ribadiamo la nostra preoccupazione per scelte incomprensibili e pericolose - dicono - Non consentire infatti a persone già provate da abusi e violenza di scendere a terra nel più breve tempo possibile, può portare a comportamenti estremi, disperati, finanche alla morte come dimostra il tragico incidente accaduto qualche giorno fa, durante il quale un ragazzo tunisino ha perso la vita gettandosi dalla nave Moby Zazà". E ancora: "La nostra imbarcazione è oggi in cantiere per effettuare le riparazioni necessarie che le consentiranno di tornare presto nel Mediterraneo, quel tratto di mare sempre più mortale, diventato oggi l’emblema di un’Europa assente, dove migliaia di vite continuano a chiedere aiuto e sono invece respinte, ignorate, dimenticate".

"Oggi la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ha deciso di non accogliere la richiesta del Tribunale dei Ministri di Palermo di procedere avanti al Tribunale di Palermo nei confronti dell’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio- si legge ancora nella Nota - La richiesta del tribunale si riferisce ai fatti accaduti ad Agosto del 2019, quando il nostro rimorchiatore, l’Open Arms, dopo aver soccorso 163 persone durante tre diverse operazioni di salvataggio, prima di raggiungere un place of safety rimase 21 giorni in mare, 7 dei quali di fronte alle coste di Lampedusa".

"In quei 21 giorni abbiamo ottenuto la sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali con sentenza del Tar del Lazio (14 agosto), fatto sbarcare 28 ragazzi minorenni che viaggiavano soli per disposizione del Tribunale dei Minori di Palermo, richiesto e ottenuto ben 41 evacuazioni mediche", si legge in conclusione della nota.

L'indignazione di padre Alex Zanotelli

"Vergogna". A commentare con tono profondamente indignato il retrofront di Italia Viva sul caso Open Arms è padre Alex Zanotelli, missionario comboniano. "Resto sbigottito - dice all'Adnkronos - e l'unica parola che mi viene in mente è che i renziani si vergognino". Padre Zanotelli conosce da vicino sia il caso della nave Gregoretti che quello in questione della Open Arms: "So bene quello che è avvenuto e le sofferenze patite dai 150 migranti bloccati sulla nave". I renziani sostengono che l'ex ministro dell'Interno non sarebbe stato il solo responsabile e che è mancata una istruttoria seria: "I magistrati - osserva padre Zanotelli - hanno guardato bene dentro alla cosa. Io mi sono sempre augurato che Salvini andasse a processo e sarebbe la cosa più naturale che lui, da uomo di Stato, ora affrontasse il processo". Padre Zanotelli non si capacita del colpo di scena di Italia Viva: "Sapevo che tra i Cinque stelle c 'è una fronda che ha sempre difeso Salvini ma ora che sia Italia Viva a farlo mi lascia shoccato. Lo dicano i renziani se vogliono un governo Salvini. E grave che siano i renziani a salvare Salvini. E' possibile che abbiano cercato tutte le scuse per mettere i pali tra le ruote? Ma cosa vogliono fare? Rimango esterrefatto".

La reazione di Don Biancalani

"Sono deluso perché è mancato il coraggio di mettersi finalmente alle spalle una stagione di politiche dai tratti razzisti e sono deluso dai renziani per il venire meno del senso di giustizia", dice all'Adnkronos don Massimo Biancalani, ''il parroco dei migranti''. Osserva don Biancalani: "Non capisco il motivo per cui un ministro che si è preso la responsabilità di compiere un gesto di quel tipo nei confronti di immigrati sfuggiti ad ogni tipo di violenza e tortura, non debba ora prendersi le proprie responsabilità davanti a un giudice. Io sono basito e anche dispiaciuto che i renziani, astenendosi, non abbiano sentito venire meno il senso della giustizia". Ora la decisione passerà all'Aula: "Spero che nel secondo passaggio si abbia il coraggio per inaugurare una stagione libera da politiche razziste. Al momento c'è ancora tanta incertezza e poco coraggio", osserva don Biancalani. Il parroco dei migranti guarda con delusione al quadro politico che "in questi ultimi anni non ha avuto quel senso di responsabilità nella gestione di questo fenomeno drammatico che coinvolge persone che hanno sofferto, scappate da guerre, torture, uccisioni. Una situazione che dovrebbe essere governata da paese civile e così non è".

Il commento di Liberi e Uguali

"Il voto della giunta del Senato che ha negato l'autorizzazione a procedere contro l'ex ministro degli Interni Salvini per il caso della 'Open Arms' è un fatto molto grave. Italia viva, anche se la sua astensione non è stata determinante, si sta assumendo una responsabilità pesante". Lo afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto. "La Giunta e poi l'Aula - precisa la presidente De Petris -non sono chiamate a giudicare ma solo a consentire che a decidere sia, come per tutti i cittadini, la giustizia. Sottrarre un ex ministro alla magistratura sarebbe dunque inaccettabile. Mi auguro che in aula Italia viva cambi il suo voto permettendo così alla giustizia di seguire il suo corso".

La risposta di Italia Viva

"No, non abbiamo salvato Salvini. Un po' di matematica. La Giunta per le immunità del Senato ha approvato la relazione del presidente 13 voti a 7, Italia Viva conta 3 senatori all'interno della Giunta: i nostri non-voti non sono stati determinanti. Hanno votato con la destra l'ex grillino Giarrusso e una senatrice 5 Stelle". Lo scrive su facebook il presidente di Italia viva Ettore Rosato. "Il voto nella Giunta non è definitivo, serve solo a fornire un parere: sarà l'aula del Senato a decidere sul processo a Salvini come accaduto sui casi Gregoretti e Diciotti. Perché ci siamo astenuti? - aggiunge - Perché abbiamo scelto la strada della coerenza. L'istruttoria della Giunta è stata incompleta: abbiamo chiesto più volte di avere alcune informazioni (ad esempio, se la decisione sulla #OpenArms era stata assunta solo da Salvini o vi era stato un avvallo del Governo nella sua collegialità) che ad oggi non ci sono state fornite e che aspettiamo di ricevere entro la data del voto in Aula".

"Garantisti non a giorni alterni - sottolinea Rosato - Siamo alternativi a Salvini, noi non siamo mai stati al governo con la Lega e non abbiamo condiviso con lui i decreti Sicurezza, la politica dei porti chiusi o le polemiche contro le Ong che salvano le vite in mare. Vogliamo sconfiggere Salvini sul campo della politica, non in una aula di tribunale: siamo garantisti anche con i nostri avversari".

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