L'arresto di Trump è già una sfida: "Non ho fatto nulla di sbagliato"

L'ex presidente nel carcere in prima serata per "sfruttare" i tg: "Giorno triste e parodia della giustizia". La foto segnaletica: "Maschio bianco, capelli biondo-fragola". È già su tazze e t-shirt

L'arresto di Trump è già una sfida: "Non ho fatto nulla di sbagliato"
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Trump cavalca l'arresto in Georgia con tanto di foto segnaletica calandosi nei panni della vittima e descrivendola come un'«esperienza terribile», ma allo stesso tempo la trasforma nel nuovo slogan della sua campagna elettorale: «Mai arrendersi». Il fermo del tycoon seguito dal rilascio immediato su cauzione ad Atlanta è durato solo venti minuti, ma le immagini della sua quarta incriminazione per aver tentato di ribaltare il risultato del voto nello stato nel 2020 sono destinate a restare nella storia. La discesa dal suo jet privato col pollice alzato ma scuro in volto, il percorso con un gigantesco corteo di auto e moto di scorta verso il carcere della contea di Fulton, famigerato per il suo sovraffollamento, le sue violenze e le sue morti sospette, e infine la foto segnaletica e la schedatura con il numero P01135809 e i connotati fisici: «Maschio bianco, alto 192 cm per 97 kg, capelli biondo-fragola, occhi blu».

Nessun trattamento speciale quindi, come aveva promesso lo sceriffo, ma la prassi riservata a tutti i criminali comuni e ai 18 co-imputati del procedimento, tra cui l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani e il suo ex capo di gabinetto Mark Meadows. D'altronde, Trump ha scelto di costituirsi in serata per sfruttare il prime time delle tv americane, massimizzando l'attenzione mediatica, e ha postato la foto segnaletica col timbro dello sceriffo sui suoi social, trasformandola in icona del suo martirio politico-giudiziario e in gadget elettorale. Sulla pista dell'aeroporto, prima di risalire sul jet, ha ribadito: «Non ho fatto nulla di sbagliato. È un giorno molto triste per l'America. Quello che è accaduto è una parodia della giustizia, un'interferenza elettorale, non abbiamo mai visto nulla del genere in questo Paese». La prima foto segnaletica di un ex presidente americano è un'immagine senza precedenti, destinata a rimanere per sempre negli archivi (e nella storia), ma pure un'esperienza che lui stesso ha definito «terribile». «Sono entrato, sono stato trattato molto bene, ma è quello che è - ha raccontato a Newsmax - Ho fatto una foto segnaletica, non avevo mai sentito quelle parole, non me l'hanno insegnato alla Wharton School of Finance. È un'esperienza molto triste. Quello che vogliono fare è provare a logorarti, stanno facendo una cosa assolutamente orribile. Questo è un Paese del terzo mondo».

Il 5 settembre il tycoon dovrà ripresentarsi in tribunale per l'udienza in cui dovrà dichiararsi colpevole o meno, e il 23 ottobre inizierà il primo processo ad uno dei 18 co-imputati: il giudice della contea di Fulton, Scott McAfee, ha accolto la richiesta di un dibattimento rapido avanzata da Kenneth Chesebro, uno degli avvocati accusati di aver orchestrato il piano per i falsi elettori. Tuttavia, mentre la procuratrice Fani Willis aveva proposto la stessa data per tutti (su cui Trump ha subito presentato una mozione contraria), al momento il togato ha deciso di accelerare solo il procedimento di Chesebro. Non è ancora chiaro quando inizierà quello di Trump in Georgia, che si va a sommare ai procedimenti a New York per i pagamenti all'ex pornostar Stormy Daniels, in Florida per le carte top secret portate a Mar-a-Lago, e a Washington per l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio e per aver tentato di ribaltare i risultati delle elezioni.

Secondo alcuni media Usa, pare che poche settimane prima di essere arrestato per l'inchiesta in Georgia, Trump abbia venduto la sua residenza di Mar-a-Lago in Florida: per altri, avrebbe solo trasferito la proprietà a un'organizzazione del figlio maggiore Donald Jr nel timore di sequestri giudiziari.

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