Per capire che cosa sta succedendo nel nostro tempo e che cosa e può succedere subito dopo, dobbiamo cercare di capire in quale circolo storico ci troviamo. Alla fine della Seconda guerra mondiale siamo entrati nel ciclo della Guerra fredda, terminata con la caduta del muro di Berlino nel novembre 1989. Con questa inizia un nuovo ciclo: abbiamo tolto i confini, tolto i dazi, creato un unico mercato mondiale. Intanto è esploso il web che ha reso possibile il contatto di tutti con tutti. E la globalizzazione.
La gente comune come gli imprenditori, i grandi finanzieri, i capi di Stato hanno avuto l'esperienza di avere possibilità illimitate e di godere di una libertà assoluta. Il risultato è stata una lotta sfrenata per affermarsi, si sono dissolte istituzioni, imprese, costumi, famiglie, principi tradizionali. È stato un immenso abbraccio ma anche una lotta di tutti contro tutti, e un crescere continuo del disordine. L'avvento del Coronavirus ha di colpo annientato questo senso di possibilità e di libertà totale perché ha reso pericolosi i contatti, gli spostamenti personali, ha fatto riapparire i confini, le barriere statali e sovranazionali e ha anche contribuito a creare una frattura economica fra Occidente e Asia. La globalizzazione è ufficialmente finita col trattato di libero scambio fra i paesi asiatici del pacifico, che ha dato inizio al decoupling cioè al «disaccoppiamento» dell'economia occidentale e di quella orientale sotto l'egemonia cinese. L'intervallo fra la caduta del muro nel novembre 1989 e il decoupling che inizia il 19 novembre del 2020 verrà chiamato l'età della globalizzazione. Il periodo che va dalla fine della divisione del mondo in due blocchi contrapposti e il suo nuovo ridividersi. Ecco dove siamo.
Alla fine di un periodo straordinario fatto di grandi speranze e di grandi delusioni, di enormi progressi scientifici ed economici e di regressi spirituali, di vette e burroni. Un periodo di unificazione a cui segue una nuova divisione planetaria: una sorta di «pulsazione» del mondo.
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