Sul suo blog si definisce «un uomo labirintico». Su Twitter si dilunga: «Un uomo labirintico, corsaro, ulivista». Manca però, nella sua auto-descrizione, la caratteristica più specifica, che traspare da ogni parola di Gabriele De Giorgi, classe 1982, figlio del capo di Stato maggiore della Marina militare Giuseppe De Giorgi ora nei guai perché indagato nel filone siciliano dell'inchiesta su Tempa rossa: renziano, renziano che più renziano non si può. Quasi più dello stesso Matteo originale.
Ridurre tutto De Giorgi junior al «figlio di» che grazie ai gradi di papà, guarda caso, ha trovato lavoro nei palazzi del governo, segretario particolare di un sottosegretario molto caro a Renzi - Domenico Manzione, magistrato ma anche fratello di quella Antonella Manzione ex capo della Polizia municipale di Firenze che il premier ha voluto prima a Palazzo Chigi, in barba ai rilievi della Corte dei conti, e che ora è stata sistemata all'Anticorruzione di Cantone - è semplicistico. Certo, però, salta all'occhio la coincidenza temporale tra l'ascesa in Marina di papà ammiraglio Giuseppe, che viene promosso capo di Stato maggiore dal governo Monti il 6 dicembre del 2012 (si insedia poi all'inizio del 2013) e la conversione al renzismo di Gabriele, che appunto nel 2013, a giugno, fa il grande salto al ministero. Ecco come la racconta lui, nella biografia scritta in prima persona sul suo blog: «Nel 2012 ho scelto di impegnarmi a sostegno del progetto di rinnovamento, e perché no, di rottamazione rappresentato da Matteo Renzi. Ho collaborato direttamente alla campagna per le sue primarie lavorando nel comitato nazionale per le primarie da Firenze affiancando Roberto Reggi nel suo ruolo di Responsabile della campagna».
La passione politica del Nostro, in realtà, è antecedente all'era Renzi. Nel curriculum pubblicato sul sito del Viminale (Manzione è sottosegretario all'Interno, ndr) De Giorgi indica il 2006 come anno d'inizio della sua professione di «consulente politico», accompagnata, dal 2008, da quella di «collaboratore parlamentare». Ancora l'autobiografia sul suo sito: «Ho studiato Scienze Politiche con passione e poco rigore... Sono un consulente politico, oggi segretario particolare del sottosegretario agli interni Domenico Manzione, ho lavorato a fianco di diversi parlamentari del Pd».
Di papà ammiraglio, sui suoi siti, nessuna traccia. Ma c'è un indizio che riconduce alle origini familiari militari: la fondazione, il 2 giugno del 2014, dei «Patrioti del Pd», una sorta di pensatoio del Partito della Nazione, anzi del «Partito della Repubblica» che De Giorgi junior teorizza per far riappropriare la sinistra della parola «patria».
«Ho la
fortuna - confessa nella sua autobiografia De Giorgi jr- di aver, fino ad oggi, potuto scegliere con chi lavorare e per quali cause». Grazie al blasone dell'autorevole papà, forse. Ma grazie alla sua fede renziana di sicuro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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