Il Coronavirus scende in campo e dopo nemmeno tre giornate mette già a rischio il campionato di serie A. Il big match tra Juventus e Napoli previsto per questa sera non si giocherà. La Asl di Napoli ha infatti bloccato la trasferta a Torino mentre la squadra stava raggiungendo l'aeroporto di Capodichino. La decisione delle autorità sanitarie è stata presa dopo che il terzo giro di tamponi a cui sono stati sottoposti calciatori e staff del Napoli, a seguito della gara di settimana scorsa contro il Genoa che ha registrato oltre 20 positivi, ha evidenziato che Elmas, dopo Zielinski e un membro dello staff sono risultati positivi al Covid. Secondo il regolamento della Lega calcio, che due giorni fa ha fatto proprio il protocollo dell'Uefa, la partita si sarebbe potuta giocare senza problemi. Bastano 13 giocatori compreso un portiere per scendere in campo, nessun problema quindi con due soli contagiati. Ma nella convulsa giornata di ieri, il presidente del Napoli De Laurentiis avrebbe chiamato il patron della Juventus Agnelli sondando la possibilità di rinviare comunque la sfida. Agnelli, forte del protocollo, avrebbe risposto picche, anche se pure in casa Juve sono emersi due casi di positività al Covid. «Né calciatori né membri dello staff tecnico o medico» specificano dalla società ma quando basta perché tutto il gruppo squadra sia stato posto in isolamento al centro sportivo della Continassa in attesa di nuovi e più approfonditi accertamenti. A quel punto comunque è intervenuta l'Asl 1 di Napoli, bloccando tutto. E sono in molti a ipotizzare un intervento ad hoc del governatore De Luca, di cui De Laurentiis è stato esplicito sponsor elettorale.
Il caos, anche dopo il contatto telefonico tra il presidente della Figc Gravina e quello della Lega calcio Del Pino, irritati dall'invasione di campo dell'Asl, seppur ammessa dallo stesso protocollo. Chiesto anche un consulto al governo per capire se e come le autorità sanitaria possano di fatto bloccare il campionato bypassando le norme federali. Proprio come accaduto sempre ieri in serie C, in Basilicata: due tesserati del Potenza, in procinto di volare verso Palermo, sono risultati positivi e allora la Asl ha vietato a tutta la squadra del Potenza «di spostarsi con mezzi di trasporto pubblico» costringendo il presidente della Lega di serie C Ghirelli a prenderne atto e a rinviare la gara. Forti comunque i malumori del governo del calcio, tanto che tutta la questione finirà sul tavolo del giudice sportivo con il Napoli che in linea teorica, e non solo, rischia la sconfitta per 0-3 a tavolino. Ancor più perché in serata la Juventus ha vergato un comunicato di fuoco in cui dichiara che questa sera scenderà regolarmente in campo. Se così sarà, senza una decisione a proposito della lega, il risultato a tavolino sarà inevitabile.
Una situazione complessa la cui soluzione sembra tutt'altro che scontata perché il bollettino da Covid nel nostro calcio non è per nulla rassicurante. È ormai palese il focolaio in atto in casa Genoa che ha messo fuori causa quasi l'intera squadra. Ieri infatti sono stati accertati altri tre positivi del gruppo squadra: Biraschi, Criscito (con febbre da qualche giorno) e Males che portano il totale a 22 componenti di cui 17 calciatori più altri 5 tra staff tecnico e sanitario, con il rinvio già deciso di Genoa-Torino. Da Genova a Bergamo, martoriata dal virus nei mesi terribili di marzo e aprile. La conferenza del tecnico Gasperini in vista di Atalanta-Cagliari di oggi è stata improvvisamente annullata dopo che si è scoperta la positività di un tesserato. Il tutto senza dimenticare che al termine di questa martoriata giornata di campionato molti calciatori, sia italiani che stranieri, risponderanno alle chiamate delle nazionali per amichevoli e gare ufficiali. Il che significa viaggi e contatti potenzialmente a rischio e ulteriori pericoli e apprensioni. Basti pensare che il napoletano Milik è già partito per la Polonia. «Nel calcio ci tantissimi controlli, non possiamo restare reclusi», dice da Cagliari il tecnico rossoblù Di Francesco.
Molto più facile a dirsi che a farsi.
Perché ormai è evidente che il calcio italiano, proprio come tutto il Paese, sia ostaggio del Covid-19 e ogni passaggio, gol classifica sia di fatto condizionato a qualcosa di più grande del pallone. Che rischia davvero, una volta di più, di finire sgonfiato in un angolo.
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