Una sigla, Tia, che segna un altro capitolo non proprio sereno nella vicenda dei due marò italiani trattenuti in India dal febbraio del 2012. Significa attacco ischemico transitorio, ed è il malore che ha colpito, avant'ieri sera, Massimiliano Latorre che, assieme al collega Salvatore Girone, sta scontando preventivamente, a New Delhi, una detenzione sconcertante, quanto pesante per una vicenda ancora tutta da chiarire.
I medici del dipartimento di neurologia dell'ospedale di New Delhi, dove è stato ricoverato il fuciliere di Marina, «si sono dichiarati soddisfatti di come ha reagito alle prime cure», si legge in una nota diffusa ieri del ministero della Difesa. Ma, versioni ufficiali a parte, ad ascoltare la parole di suo fratello, Alessandro Girone, sembra ci sia poco da stare tranquilli: «Massimiliano mi ha detto che la situazione è abbastanza seria: l'ictus è in una zona profonda del cervello», ha detto. E resta il fatto che lo stesso ministro della Difesa Roberta Pinotti, appena informata dell'accaduto, si è recata in India nella notte per accertarsi delle condizioni di salute del militare e stare vicino ai suoi familiari, che in questo periodo si trovano a New Delhi.
«Voglio fare i complimenti al personale medico indiano che si è occupato di Massimiliano Latorre per le cure e le migliori terapie che sono state messe in atto immediatamente- ha dichiarato Pinotti- abbiamo visitato Latorre con medici militari e universitari italiani e abbiamo constatato che senza questo intervento terapeutico così rapido e tempestivo, la situazione avrebbe potuto avere conseguenze gravi». E ha aggiunto: «Voglio anche sottolineare l'estrema solidarietà e la vicinanza dimostrata da Salvatore Girone e dalla moglie Vania per Massimiliano in questa circostanza». Riferendosi al fatto che Girone è stato il primo a soccorrere Latorre, il ministro ha detto che «la partecipazione sua e della moglie è stata emotiva e affettiva in modo davvero commovente». «Il caso dei Fucilieri -ha concluso- è per noi una priorità, lo è sempre stata, ma ancor più oggi alla luce di quanto avvenuto e della situazione di difficoltà che si è creata».
Massimiliano Latorre, nato a Taranto, il 25 maggio del 1967, è capo di prima classe della Marina militare italiana. Fuciliere del battaglione San Marco, in servizio presso la caserma Carlotto di Brindisi è stato fermato in India, nello Stato del Kerala, il 15 febbraio 2012 insieme con il collega Salvatore Girone, con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani durante una rocambolesca azione in mare, mentre erano in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie. Una vicenda subito strumentalizzata da alcuni organi di stampa e di informazione indiani che hanno cercato di indirizzare l'opinione pubblica verso un'unica, dubbia verità. Quella dell'omicidio deliberato. Mentre i due marò sostengono di aver sparato in aria come avvertimento e di averlo fatto in acque internazionali a sud dell'India. Fin dai momenti successivi al loro arresto i due marò hanno dimostrato un comportamento ineccepibile, sottoponendosi di buon grado a tutti passaggi giudiziari imposti dall'iter processuale indiano. La prossima udienza è fissata per il 14 ottobre. All'inizio di agosto scorso il premier Renzi ha avuto una lunga telefonata con il primo ministro indiano Narendra Modi, nel corso della quale i due leader hanno condiviso proprio per stemperare le tensioni che il caso ha innescato, «l'importanza di un rilancio dei rapporti bilaterali tra le due democrazie» e il premier italiano ha auspicato una soluzione rapida della vicenda.
Sul malore di Latorre anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini, nuovo responsabile della politica estera dell'Ue, si è espressa.
«Sono vicina a Massimiliano Latorre cui auguro con tutto il cuore di rimettersi al più presto», ha detto il ministro, che ha aggiunto: «Come è sempre stato in questi mesi, seguiamo ogni giorno il caso dei due fucilieri di Marina con l'obiettivo di riportarli in Italia: per il governo è una priorità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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