Dopo una caccia all'uomo senza tregua durata oltre 24 ore è stato arrestato il sospetto autore della sparatoria nella metropolitana di New York.
L'afroamericano 62enne Frank James è stato fermato nell'East Village, fra St. Marks e la First Avenue. La polizia ha fatto sapere che è ufficialmente accusato di terrorismo. Due agenti lo hanno visto mentre camminava per strada come se nulla fosse e hanno fatto scattare le manette, a cui lui non ha opposto resistenza. In mattinata i media ne avevano annunciato l'arresto, poi si erano corretti, e la polizia aveva offerto 50.000 dollari a chi fosse in grado di fornire informazioni che portassero alla sua cattura, perché nella stazione a Brooklyn le telecamere non funzionavano. Già martedì era emerso che James era il titolare della carta di credito usata per affittare il furgoncino legato all'attacco e trovato a pochi isolati dalla stazione di Sunset Park: il mezzo è stato ritirato a Philadelphia, dove l'uomo ha una delle sue residenze. Il capo dei detective della polizia di New York, James Essig, ha reso noto che James era stato arrestato nove volte nella Grande mela dal 1992 al 1998 per una serie di crimini tra cui furto, possesso di strumenti da scasso, reati sessuali. Altre tre era stato catturato nel New Jersey per violazione di domicilio, furto e condotta disordinata. Nonostante questo ha potuto acquistare legalmente una pistola in Ohio, nel 2011.
Sui social media, in particolare su YouTube, era presente con il nome «prophet of truth 88», da cui è emersa una personalità complessa. «Soffro di stress post-traumatico a causa di tutte le cose che ho passato nella mia vita», ha ammesso James in uno dei filmati definendosi un «profeta di sventura» animato periodicamente dal desiderio di uccidere e convinto della necessità di «più sparatorie di massa». Nei suoi video l'uomo ha ripercorso fatti di attualità, ma il tema comune era la sua rabbia contro gli afroamericani. Fra questi il sindaco di New York Eric Adams, a suo parere «destinato a fallire». In alcune clip ha parlato di «guerra di razza», in altre del problema dei senzatetto e della Grande Mela. Inoltre sembrava raccontare di aver sperimentato il sistema di salute mentale della metropoli e di aver subito violenze emotive che avrebbero potuto spingere qualcuno a «impugnare la pistola e sparare».
Il giorno prima dell'attacco ha confessato la sua voglia periodica di uccidere spiegando però di non voler finire in carcere, ma particolarmente utile per gli investigatori è stato soprattutto un video del 20 marzo, in cui ha illustrato i suoi spostamenti, riferendo di aver impacchettato i suoi averi a Milwaukee e di essere diretto a Philadelphia, descritta come una «zona pericolosa» in grado di far scattare «molti pensieri negativi». Intanto stanno continuando ad emergere dettagli sui minuti di terrore nella metro: all'interno del vagone James ha estratto dal suo zainetto una bomboletta fumogena. Poi ha indossato la maschera antigas e ha iniziato a sparare. Almeno 33 colpi prima che la pistola, una Glock 9 millimetri, si inceppasse. A quel punto l'uomo è scappato.
Alla fermata della metro oltre alla pistola è stata trovata una borsa con le chiavi del furgoncino, munizioni, un'accetta, fuochi d'artificio e un contenitore con della benzina. «Siamo stati fortunati, poteva andare molto peggio», ha commentato il capo della polizia di New York Keechant Sewell parlando dei 23 feriti, di cui nessuno è in pericolo di vita.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.