"Spero fortemente che nessuno di noi ha sperato nella vittoria di Salvini. Ma in questo clima di sospetti non posso escludere che qualcuno abbia avuto questo cattivo pensiero per dare una spallata al governo". Il momento di caos all'interno del Movimento 5 Stelle si riassume così: è questa la preoccupazione di Max Bugani, che ha analizzato l'umiliante sconfitta alle elezioni Regionali in Calabria e in Emilia-Romagna. "Nell’ultimo anno e mezzo non si è voluta guardare in faccia la realtà. Ognuno voleva un M5S fatto a sua immagine e somiglianza. Oggi il M5S non sa più dove andare", ha tuonato. A suo giudizio infatti bisognerebbe urgentemente evolversi anche sotto altri punti di vista: "Credo che sia legittimo pensare a un Movimento solo contro tutti, come è altrettanto legittimo volerlo in un'alleanza radicata a sinistra oppure a destra. Nessuno ha mai chiesto agli attivisti dei 5Stelle quale dovesse essere la rotta".
Il suo auspicio è che arrivi presto il momento per dire stop "agli attacchi reciproci. Il Movimento è stato poesia e speranza, ora è guerriglia e sospetti". A Marzo ci saranno gli Stati generali, un'occasione in cui si dovrebbe "prendere atto di una diversità". E perciò ha avvertito: "Ricordando che talvolta un matrimonio può finire, ma senza odi e rancori. Andare avanti litigando tutti i giorni non fa bene ai figli e alla famiglia".
"Il M5S è spaccato"
Nell'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, il capo staff di Virginia Raggi ha svelato come all'interno dei pentastellati vi siano principalmente tre correnti ben distanti tra loro: "C’è chi soffre la distanza da Salvini, chi vorrebbe fare un terzo polo autonomo e chi vuole andare a sinistra". Al momento i 5Stelle sono alle prese con la scelta del prossimo capo politico: un ruolo fondamentale sarà inevitabilmente rappresentato da Beppe Grillo. "A Italia 5Stelle si era espresso con forza, dicendo che bisognava lavorare con il Pd, ma non c’è stato un seguito a queste parole", ha dichiarato.
Tuttavia il M5S dovrà ancora decidere se proseguire con la dicitura di capo politico o intraprendere la strada di una leadership collettiva. "Prima vorrei capire dove andiamo. Comprendere se sono ancora a casa mia o se quello nel M5S è stato un meraviglioso viaggio", sostiene Bugani. Il veterano grillino infine si è espresso sulle dimissioni di Luigi Di Maio: "Luigi ha lasciato perché era stremato. Doveva tenere assieme tutto, avendo a che fare anche con teste dure come la mia. E gliene va dato atto".
La rottura con Rousseau
Il vice di Casaleggio recentemente ha lasciato l'associazione Rousseau, dopo aver già abbandonato gli incarichi di vicecapo della segreteria di Luigi Di Maio a Palazzo Chigi e quello di referente in Emilia-Romagna. "Non sono attaccato alle poltrone", disse all'epoca.
Ora ha specificato che la spiegazione va trovata nel fatto che nel suo incarico al Comune di Roma ha anche le deleghe all'innovazione tecnologica: "Mi sembrava inopportuno restare in un’associazione privata che si occupa di questo tema. Ma resto legato a Davide Casaleggio e non smetterò mai di ringraziarlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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