Nel M5S parte la corsa per il capo politico: ecco le alternative a Di Maio

Da Di Battista a Morra, ecco tutti i nomi in pole. Ma c'è chi sospetta: "È un giochetto, Di Maio vuole tornare più avanti come salvatore della patria"

Nel M5S parte la corsa per il capo politico: ecco le alternative a Di Maio

Nel Movimento 5 Stelle ora tiene banco la questione Luigi Di Maio. Secondo alcune indiscrezioni circolate nelle ultime ore, nella giornata di oggi dovrebbero arrivare le dimissioni da capo politico. Un passo indietro in vista del vertice convocato a Palazzo Chigi, dove incontrerà ministri e viceministri pentastellati: non una semplice occasione per fare il punto della situazione sull'agenda di governo, ma un summit piuttosto decisivo. A pochi giorni dalle elezioni Regionali in Calabria e in Emilia-Romagna, il M5S è pronto a un ennesimo scossone interno. Anche se c'è chi ha sollevato dubbi: "È un giochetto, Di Maio vuole tornare più avanti come salvatore della patri". Intanto non si placa l'emorragia: Michele Nitti e Nadia Aprile, che parlano di "deriva autoritaria", hanno lasciato il gruppo giallo per approdare al Misto. Se dovesse essere confermato l'addio del ministro degli Esteri, chi potrebbe prendere il suo posto?

I possibili successori di Di Maio

L'edizione odierna del Corriere della Sera riporta alcuni profili candidati alla guida dei 5S. Tra tutti spunta quello di Alessandro Di Battista, considerato una sorta di fratello dell'ex vicepremier. Lo storico attivista recentemente però non ha fatto mancare frecciatine verso l'amico, schierandosi anche al fianco di Paragone dopo l'espulsione. L'ex deputato ha mosso però diversi sospetti da parte di alcuni grillini: "Alessandro ha evocato la scissione e di fatto si è messo fuori, segno che punta a far saltare il governo. Vuole far male al Movimento".

Altro nome spendibile è quello di Stefano Patuanelli, attuale ministro dello Sviluppo economico. Considerato un uomo "serio e vicino al Pd", risulta però difficile che possa riuscire a conciliare i due compiti. Vanno assolutamente citati anche Roberta Lombardi e Max Bugani: la prima è movimentista della prima ora e ha svolto un ruolo importante per il matrimonio giallorosso; il secondo - che recentemente ha lasciato Rousseau - è stato uno dei difensori della linea di non presentarsi in Emilia-Romagna.

Improbabile ma comunque al vaglio il profilo di Roberto Fico, rappresentante del fronte progressista che però ricopre già la carica di presidente della Camera. In molti scommettono su Vito Crimi che, da membro anziano, diventerebbe reggente: una volta salito "al potere" potrebbe però decidere di rimanerci. Non è da escludere una figura femminile: in tal caso in auge vi sono Paola Taverna, vicepresidente del Senato e senatrice del Movimento 5 Stelle, e Chiara Appendino, sindaco di Torino.

Infine tra i più autorevoli senatori spunta Nicola Morra, probabilmente il primo a parlare della necessità di una leadership collettiva.

Il presidente dell'Antimafia diversi giorni fa non ha usato mezzi termini per dissociarsi da Francesco Aiello, candidato M5S in Calabria, il cugino di primo grado del boss Luigi Aiello: "Non darò alcun sostegno alla lista. Mi sarei aspettato pubblicità e trasparenza sulle sue parentele".

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