La leadership di Bonomi al test di Assolombarda

Domani si sceglie il presidente del territorio industriale più importante del Paese

La leadership di Bonomi al test di Assolombarda

Il velo sul futuro presidente di Assolombarda si alzerà domani, con l'indicazione del consiglio generale dell'associazione degli industriali di Milano, Monza Brianza e Pavia. Super favorito è Alessandro Spada, ai vertici di Assolombarda da un anno, quando è subentrato a Carlo Bonomi - di cui era il vice - eletto a Confindustria. Per questo Spada è il candidato naturale dello stesso Bonomi. Lo sfida Alessandro Enginoli, vice presidente della piccola industria, imprenditore e manager nel settore meccatronica.

L'esito della contesa sarà anche il primo test per Bonomi. Perché questo è suo il territorio, dove ha costruito la sua scalata a viale dell'Astronomia; perché Assolombarda è il principale contribuente di Confindustria; perché Spada è il suo candidato; e perché la sua leadership nazionale degli industriali, al termine del primo dei 4 anni del mandato, è ancora in cerca della consacrazione al ruolo di grande interlocutore del mondo produttivo nella dialettica con le istituzioni. Fino ad ora sono ci state le luci di uno stile diretto e le ombre di una posizione mai centrale e con qualche scivolata, come l'endorsement televisivo per l'ex ministro del Tesoro Gualtieri alla vigilia dell'incarico di formare il governo a Mario Draghi.

La sfida tra Spada ed Enginoli è anche il confronto tra la Milano dei grandi e storici gruppi industriali, schierati con Spada, e i territori limitrofi delle pmi, assorbiti nel tempo da Assolombarda (Monza Brianza e Pavia). Su questo gli industriali si sono spaccati per il caso di Andrea Dell'Orto, imprenditore brianzolo cacciato dall'associazione in maniera irrituale proprio alla vigilia di una sua possibile e forte candidatura contro Spada. Un fatto che sembrava aver tolto ogni dubbio sulla sua conferma. Invece è poi arrivato Enginoli.

Dopodiché la campagna elettorale è stata anomala. Forse a causa pandemia, la scelta del leader di quella che per Pil e occupati(oltre 400mila) è la maggiore associazione di industriali di tutto il Paese e tra le prime d'Europa, è passata quasi sotto silenzio. Come se, in vista di anni così decisivi per l'Italia, la rappresentanza industriale di questo territorio non sia considerata strategica. Un ruolo lo hanno anche svolto i tre riservati saggi (Benito Benedini, Gianfelice Rocca e Alberto Meomartini), incaricati di raccogliere i consensi sui candidati, che non hanno aiutato a far decollare l'interesse e a rendere i giochi più trasparenti.

Così, a poche ore dal consiglio generale, sui 6.802 associati risulta che solo una minoranza abbia espresso una preferenza. Al punto che Enginoli non avrebbe raggiunto la soglia di ammissione al voto finale, pari al 15% dei dipendenti del sistema Assolombarda. E lo stesso Spada sarebbe in bilico.

Un segnale clamoroso che, al di là di un esito che sembra scontato per differenza di forze in campo, salva Bonomi dalla disfatta che deriverebbe dalla sconfitta di Spada. Ma non è sufficiente a far decollare la sua leadership nazionale.

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