L'editore Altaforte sotto assedio dei pm: indagato per apologia fascismo

La procura di Torino apre una inchiesta su Francesco Polacchi, editore di Altaforte. Indagato per apologia di fascismo. E lo stand viene spostato

L'editore Altaforte sotto assedio dei pm: indagato per apologia fascismo

Tanto tuonò che alla fine piovve. La polemica antifascista su Altaforte, la casa editrice che ha editato il libro di Chiara Giannini su Matteo Salvini, ha provocato - volenti o nolenti - l'indagine ai danni di Francesco Polacchi. L'editore definito "vicino a Casapound" è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Torino con l'accusa di apologia di fascismo. E intanto lo stand al Salone è stato spostato.

A finire nel mirino dei pm sono le dichiarazioni rilasciate da Polacchi durante la trasmissione telefonica "La Zanzara" a Radio 24. "Sono fascista, l'antifascismo è il vero male di questo Paese", aveva detto l'editore finito nella bufera per la sua partecipazione al Salone del Libro di Torino. Il Comune torinese e la Regione Piemonte si erano scagliate contro Polacchi, chiedendone di valutare proprio la presunta apologia di fascismo. "Alla luce delle dichiarazioni sul fascismo rilasciate a mezzo stampa e attraverso emittenti radiofoniche dal signor Francesco Polacchi - si leggeva in una nota congiunta - duiffusa ieri ritengono il rappresentante della casa editrice Altaforte e la sua attività professionale nel campo dell'editoria estranee allo spirito del Salone del libro e, inoltre, intravvedono nelle sue dichiarazioni pubbliche una possibile violazione delle leggi dello Stato". A SkyTg24 Chiara Appendino stamattina ha confermato di aver "firmato" insieme a Chiamaparino l'esposto contro il fondatore di Altaforte. Per il sindaco grillino le parole di Polacchi sono "inaccettabili". E visto che politicamente era impossibile impedire alla casa editrice di non partecipare al Salone del Libro ("ha firmato un contratto") per il duo Chiamparino-Appendino è giusto che i partiti facciano un esposto "per rimarcare che questi valori non appartengono alla città, che è antifascista, non appartengono alla comunità e al Salone del libro".

Il primo cittadino torinese si auspica che "la magistratura" valuti se le dichiarazioni di Polacchi sono "effettivamente apologia di fascismo". E mentre lei in tv annunciava che entro un'ora l'esposto sarebbe stato depositato in procura, ecco che le agenzie rilanciano la notizia dell'apertura dell'inchiesta. Lui, dal canto suo, non sembra voler fare passi indietro. Anzi.

Dopo aver denunciato la "mafia dell'antifascismo" che vige in Italia, ringrazia sentitamente "i vari Raimo, Zerocalcare, Wu Ming e tutti qelli che si sono sfilati dal Salone del libro". Il motivo? "Loro pensavano di farci un torto sabotandoci - dice - ma alla fine, quando andiamo a valurare gli aspetti commerciali, vediamo che scala qualunque tipo di classifica".

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