Il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Alessandro Morelli, esponente della Lega contrario, almeno per come il provvedimento è strutturato sino a questo momento, al disegno di legge Zan, ha reso noto di essere stato "censurato" da Facebook in relazione proprio al Ddl che si è discusso al Senato in queste ore. Quella in corso è una fase fervente, perché il Partito Democratico, che non è disposto al dialogo sul ddl Zan, potrebbe presto schiantarsi contro la realtà dei numeri. Le previsioni parlavano di un "Vietnam" parlamentare. E oggi il Senato ha iniziato a lavorare sul testo, senza prendere una decisione definitiva. La sensazione è che la trattativa sia destinata a durare nel tempo. L'unica novità riguarda il respingimento delle pregiudiziali.
La Lega sembra convinta della necessità di modifiche al ddl Zan. Ma nonostante le aperture in merito, il Pd tira dritto. Morelli, dal canto suo, ha illustrato i motivi della sua contrarietà in un video, che può ancora essere visto dagli utenti su YouTube. Durante il filmato, l'esponente leghista elenca gli articoli di legge a suo dire problematici, partendo dal primo, che è poi uno di quelli accusati di voler introdurre nel nostro sistema giuridico la cosiddetta "teoria gender".
Il viceministro, che è espressione del partito guidato da Matteo Salvini, prende poi in considerazione l'articolo 2, ponendo il tema della libertà d'espressione e quello della discrezionalità, che sono altre due argomentazioni utilizzate dai critici del ddl Zan per mettere in evidenza la natura problematica del provvedimento. L'articolo 4, ancora, sarebbe contraddittorio. E così via, sino a toccare punto per punto tutte le perplessità che il viceministro ha in materia. Una particolare attenzione viene riservata da Morelli alla Giornata dedicata alla comunità Lgbt.
Insomma Morelli punta il mirino sia in relazione ai contenuti giuridici sia rispetto al sottofondo ideologico su cui il ddl Zan potrebbe contare. Al netto delle preoccupazioni relative alla poca chiarezza dei confini di alcune fattispecie introdotte, la Lega ha manifestato, Morelli compreso, preoccupazione per come il ddl Zan potrebbe essere in qualche modo sfruttato per diffondere l'"ideologia gender" all'interno degli istituti scolastici italiani.
In conclusione del filmato, il leghista, dopo aver spiegato tutti i suoi perché, ribadisce la sua posizione. Ma qualcosa non va come previsto con il filmato: il politico della Lega, attraverso una nota stampa, ha reso noto che il video è stato rimosso dal social network. Il viceministro, nella sua premessa, cita il caso di Donald Trump a mo' di esempio, sottolineando come la policy dei social possa "minare" la "libertà d'espressione". Poi l'accusa: "La settimana scorsa pubblico un video in cui spiego i contenuti della legge. Ne evidenzio i punti critici, mettendo in fila le ormai arcinote perplessità sulle questioni relative a identità di genere, reato di opinione e priorità educativa dei genitori. Passa poco tempo e il video viene cancellato dalla piattaforma che, sinora, ha evaso le mie reiterate richieste di spiegazioni".
Facebook non avrebbe dunque fornito i perché della sua scelta al viceministro Morelli, che ne fa anche una questione complessiva: " Una società privata che svolge un servizio di pubblica utilità si riserva il potere di limitare la libertà di espressione. Siamo arrivati così al paradosso che i sacerdoti del pensiero unico, nel nome della tolleranza, riducano a brandelli la libertà di parola.
Chi non la pensa come loro non ha diritto di cittadinanza sulla pubblica piazza e viene esiliato dai social", chiosa il parlamentare, che ha voluto mettere al corrente della "rimozion" subita attraverso un altro video pubblicato su Facebook.
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