Da partito anti-establishment a forza guida del centro-destra pronta a dialogare con l'Europa, nelle sedi che contano. La Lega è pronta a una svolta europeista in Europa? Nei giorni scorsi Giancarlo Giorgetti era stato chiaro: per l’ex sottosegretario della Lega, se il partito punta davvero a Palazzo Chigi deve costruire un rapporto più stretto con l’establishment europeo. Come riportato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, secondo Giancarlo Giorgetti, "se vorremo in futuro governare, Matteo dovrà incontrare Draghi e poi chiedere l’iscrizione al Ppe". In questa frase c'è la consapevolezza del fatto che "le altre strade battute si sono rivelate impercorribili" e che per proporsi alla guida del Paese "bisogna cambiare direzione".
Secondo La Stampa, i 29 eurodeputati del Carroccio si riuniranno la prossima settimana, martedì 29 settembre, convocati dal presidente del gruppo Identità Marco Zanni e Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo. All'ordine del giorno c'è proprio la collocazione europea del partito che chiede Giorgetti. A preoccupare l'ex sottosegretario della Lega era stata l'astensione al Parlamento europeo sulla risoluzione riguardante Lukashenko. Ora, però, sembra che il carroccio voglia metterci una pezza. In una lettera aperta indirizzata ad Alexander Lukashenko, come riportato dall'Agi, i "legislatori transatlantici" di 29 Paesi - inclusi Italia, Usa, Regno Unito e quasi tutti gli Stati Ue - esprimono "profonda preoccupazione" in merito "all'ingiusta detenzione della leader dell'opposizione Marya Kalesnikava" da parte del "regime" bielorusso. "Chiediamo che tutte le accuse contro di lei vengano ritirate e che sia immediatamente rilasciata insieme ai membri del Consiglio di coordinamento (ong fondata dalla leader dell'opposizione bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya, ndr) Maksim Znak, Illya Saley e tutti gli altri prigionieri politici", si legge nella lettera, partita da un'iniziativa di diversi membri del Congresso degli Stati Uniti e firmata anche da quattro eurodeputati italiani: i pentastellati Fabio Massimo Castaldo e Tiziana Beghin e le leghiste Mara Bizzotto e Gianna Gancia.
Che la Lega fosse vicina a una svolta era chiaro anche dalla nascita della segreteria politica inaugurata pochi giorni fa. La battuta d'arresto alle elezioni regionali, infatti, ha spinto la leadership del carroccio e Matteo Salvini a ripensare l'organigramma del partito, che si strutterà in maniera ancora più definita e organica e meno dipendente dalla figura carismatica e incontrastata del leader, con la creazione di dipartimenti specifici. Il partito è orientato a creare una catena di comando più efficace, puntando a una struttura di raccordo tra il leader e i capi dipartimento, nominati negli scorsi mesi.
Come spiega Salvini a Porta a Porta, il leader del carroccio è pronto a delegare e a creare attorno a sé una squadra più forte: "Ci sarà una segreteria politica. Io più delego, più son contento. È un momento in cui la società ha bisogno di risposte precise. Abbiamo creato dei Dipartimenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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