Sposarsi sarà più facile? Secondo la proposta di legge sottoscritta da più di cinquanta deputati (avente come primo firmatario Furgiuele) sì. La decisione nasce in seguito ad un'analisi circa i matrimoni religiosi, in calo del 34%, che in valore assoluto è pari a 54.491 nozze in meno nell'arco temporale di un decennio. Vi è una diminuzione anche in base all'età in cui le giovani coppie riescono a sposarsi: in media gli uomini sono 2,3 anni più vecchi (si passa infatti dai 32,4 anni nel 2006 ai 34,9 anni nel 2016), mentre le donne sono cresciute di 2,5 anni (29,4 anni nel 2006 e 31,9 anni nel 2016).
Inoltre, si legge nel testo, negli anni si sono verificati cambiamenti significativi anche nella scelta della tipologia di matrimonio: "Ad oggi le giovani coppie che prediligono il matrimonio civile rappresentano circa il 46,9%. Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall'altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono molteplici e di natura differente". In primo luogo ci sarebbe l'aspetto economico: "Il matrimonio civile è di per sè una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso".
La proposta
Sulla base delle premesse sopracitate è stata presentata la proposta riguardante l'introduzione del "bonus matrimonio": con tale misura si vuole "agevolare quelle giovani coppie che intendono celebrare il matrimonio religioso e che avranno la possibilità di usufruire della detrazione del 20% delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso". Rientreranno in tale range "i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, in fine, il servizio del wedding reporter".
I requisiti
Il bonus è rivolto alle "giovani coppie under 35 anni che hanno un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2018 non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona". Le spese detraibili connesse alla celebrazione del matrimonio religioso sono stabilite nella cifra massima di 20.000 euro e sono ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo. Le spese devono state essere sostenute nel territorio dello Stato italiano; i beneficiari del bonus devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni.
Le specifiche
La detrazione si ottiene indicando le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello redditi persone fisiche). Occorre, pertanto, effettuare i pagamenti delle spese con bonifico - ovvero con carta di debito o credito. Non è consentito, invece, pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. Se il pagamento è disposto tramite bonifico, non è necessario utilizzare quello appositamente predisposto dalle banche e dalla società Poste italiane Spa.
I documenti da conservare al fine di usufruire del bonus matrimonio sono la ricevuta del bonifico, la ricevuta di avvenuta transazione per quanto riguarda i pagamenti con carta di credito o di debito, la documentazione di addebito sul conto corrente e tutte le fatture di acquisto, riportanti la natura, la quantità e qualità dei beni e dei servizi acquistati.
Considerando il numero dei matrimoni nell'anno 2016, i quali ammontano a 107.873, si prevede che la quota massima detraibile per coppia sarà pari al 20% di 20.000 euro, cioè 4.000 euro da dividere in cinque quote costanti.
A seguito di tale analisi risulta che la spesa prevista per il bonus matrimonio sarà pari a circa 431.492.000 euro, cioè a 86.298.400 euro per cinque rate. La spesa potrò essere però più bassa, considerati il calo dei matrimoni nel nostro Paese e i requisiti richiesti per usufruire del bonus.
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