L’operazione «salva Vespa» è ufficialmente partita. Obiettivo dichiarato: preservare il mitico scooter tricolore dalle eco-follie di Bruxelles e impedire che le imposizioni ambientaliste più intransigenti lo trasformino in un oggetto da museo. A premere l’acceleratore (è proprio il caso di dirlo) in difesa di uno dei simboli della tradizione motoristica italiana è stata la Lega, che ha depositato una proposta di legge e un recentissimo ordine del giorno in Senato per inserire la Vespa Piaggio tra i «veicoli di interesse nazionale», prevedendo anche la sua esclusione dalle eventuali limitazioni alla circolazione per emissioni di inquinanti.
«Dopo il Salva-Casa, vogliamo salvare quest’icona rivoluzionaria degli anni ‘50 e ‘60 che ha rappresentato uno spaccato dell’Italia e degli italiani e che, tutt’oggi, con oltre 20 milioni di modelli venduti e circolanti nel mondo, oltre 140 evoluzioni delle varie versioni e 615 Vespa club sul solo territorio nazionale con 90 mila iscritti, è uno dei nostri simboli più riconosciuti», si legge in una nota del partito di Matteo Salvini, che intende sollecitare l’esecutivo e il Parlamento a intervenire al più presto. Lo stesso vicepremier e segretario federale della Lega ha parlato ieri di «proposta di buon senso» che il Carroccio porterà avanti con convinzione. «Sull’argomento abbiamo avuto un riscontro forte da parte di molti cittadini: c’è infatti preoccupazione in merito alle possibili derive della transizione green», spiega il deputato leghista Riccardo Augusto Marchetti, componente della commissione Trasporti e primo firmatario della proposta di legge. «In nome dell’ambientalismo – aggiunge infatti il parlamentare - qualcuno ha addirittura proposto di togliere i motori tradizionali e di mettere quelli elettrici anche alla Vespa. Questa non è transizione energetica ma una follia che va a discapito della nostra storia, delle nostre eccellenze e della nostra identità. Dobbiamo opporci a tutti i costi».
Le iniziative politiche promosse dal Carroccio puntano proprio a prevenire il rischio che lo storico motociclo, emblema del Made in Italy celebrato anche dalla cinematografia mondiale, finisca nella lista nera dei veicoli che in futuro non potranno più circolare, in quanto ritenuti troppo inquinanti e quindi non in linea con i nuovi standard dell'ecologismo oltranzista. Nella proposta di legge, che abbiamo avuto modo di visionare, la Lega ha pertanto chiesto che la Vespa venga riconosciuta come patrimonio culturale nazionale «in considerazione della valenza simbolica e dell’eccellenza manifatturiera rappresentata, nonché del valore storico, artistico e culturale apportato». Questo consentirebbe peraltro di salvaguardare la continuità dei partecipatissimi raduni degli appassionati in Vespa, che – spiega ancora il deputato Marchetti – «potrebbero addirittura essere considerati dannosi per l’ambiente e quindi non più autorizzati». A supporto dell’istanza, la Lega ha di recente presentato a palazzo Madama un ordine del giorno per proteggere la Vespa da «eventuali provvedimenti sanzionatori» e da limitazioni di impronta ultra-ecologista.
«Lo abbiamo fatto in attesa che la proposta di legge, per la quale è previsto un iter più lento, venga calendarizzata e portata avanti», spiega il senatore leghista Roberto Marti, tra i firmatari dell’ordine del giorno. «Dobbiamo preservare una storia che prosegue da generazioni e che ci rappresenta nel mondo»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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