Legge elettorale, si fa strada il Lauricellum: ecco cosa prevede

La Camera inizierà l'esame della legge elettorale il 27 febbraio, dopo il voto di M5S, Pd, Lega e Fdi. Scopriamo cosa prevede il sistema ideato da deputato Pd Giuseppe Lauricella

Legge elettorale, si fa strada il Lauricellum: ecco cosa prevede

La Camera inizierà l'esame della legge elettorale il 27 febbraio, previa conclusione dei lavori in commissione Affari costituzionali. L'ha stabilito la riunione dei capigruppo di Montecitorio, accogliendo la richiesta di calendarizzazione urgente avanzata dal M5S, votata anche da Pd, Lega e FdI. Ma vediamo cosa prevede il nuovo sistema elettorale che pare si stia facendo strada, il cosiddetto "Lauricellum" (prende il nome dal deputato Pd che l'ha ideato, Giuseppe Lauricella).

In buona sostanza si tratta di un Italicum corretto, cioè senza ballottaggio e con un premio di maggioranza che scatta solo in un caso: se si raggiunge il 40% sia alla Camera che al Senato. Altrimenti la legge resta proporzionale. Un sistema, quindi, che cerca di uniformare i due rami del parlamento, evitando che ci possa essere una maggioranza solo in una di esse.

Il Lauricelum prevede che il premio vada alla lista e non alla coalizione (così come l'Italicum). Il meccanismo di assegnazione del premio come funziona? "La lista che raggiunge il 40% alla Camera e al Senato – spiegava Lauricella – si aggiudica il premio. Questo significa che una lista per poter avere il premio deve ottenere il 40% sia in un ramo che nell’altro, se non la raggiunge in nessuna delle due o in una sola il premio non scatta. Questo è un elemento che serve a mantenere l’omogeneità della maggioranza all’interno delle due Camere. O il premio scatta in tutte e due o niente e se non scatta il meccanismo diventa proporzionale". Lauricella spiegava inoltre come a suo giudizio questo schema si concilia con il fatto che, per la Costituzione, il Senato deve essere eletto su base regionale.

"La base regionale – osserva Lauricella secondo quanto riportava l’Agi – viene garantita dal fatto che i collegi per il Senato sono disegnati su base regionale. Inoltre, la soglia di sbarramento alla Camera sarebbe al 3% su base nazionale mentre al Senato sarebbe al 4% su base regionale. Altro elemento è che se raggiungi la fatidica soglia del 40% e fai scattare il premio di maggioranza, mentre la distribuzione dei seggi alla Camera avviene su base nazionale al Senato sarebbe su base regionale con metodo ponderato, ossia dove la lista è stata percentualmente più forte prende più seggi dove è stata più debole ne prende meno. La chiave di volta – spiegava ancora Lauricella – sta nel fatto di stabilire però che il computo per definire se hai raggiunto il 40% anche per il Senato avviene su base nazionale altrimenti non arriveremo mai ad avere un meccanismo equilibrato".

La maggioranza stringe su un accordo interno

Giro di incontri e di telefonate tra i big del Pd per delineare il percorso della legge elettorale e andare al voto a giugno. Renzi, riferiscono fonti parlamentari dem, ha sentito tra ieri e questa mattina, tra gli altri, Orlando e Franceschini: la strada tracciata, con l’ok di ieri della conferenza dei capigruppo alla Camera, è quella di contingentare i tempi per modificare il sistema di voto e arrivare alle urne.

Si studia come estendere l’Italicum al Senato, i tecnici sono al lavoro sul nodo del premio di maggioranza ma le anime del Pd - al di fuori della minoranza - stanno convergendo, viene riferito, sulla posizione del segretario dem. Al Senato si dovrebbe anche riaprire la partita sulla presidenza della Commissione affari Costituzionali che potrebbe andare ad un renziano.

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