Agrigento - La notizia doveva rimanere riservata ed al tal proposito gli interessati si erano dati la consegna del silenzio, ma il probabile ritrovamento del teatro antico di Akragas, oggi Agrigento, non è di quegli avvenimenti che possono passare inosservati, visto che è dagli anni Trenta che si fanno campagne di scavi. Trapela poco o nulla su un avvenimento che, se le aspettative si realizzassero, avrebbe una portata storica.
Si sa che nella zona dell'Agorà, a sud-est del Museo archeologico e della chiesa di San Nicola, erano in corso indagini e verifiche finalizzate a tutt'altro obbiettivo: condotte da Monica Liviadotti del Politecnico di Bari e da Luigi Calio dell'Università di Catania, con le archeologhe del Parco Valentina Caminneci, Marcia Concetta Parello e Serena Rizzo, gli studi hanno riguardavano la catalogazione delle immagini dell'intera area prodotte negli ultimi decenni e l'effettuazione di attente e raffinate analisi di queste. Dalla ricerca, e da un successivo saggio di scavo, sono emersi una struttura circolare che potrebbe essere un gradone ed altre strutture compatibili con quelle di un antico teatro.
Le certezze arriveranno dopo il 10 ottobre con gli scavi che saranno eseguiti in quella zona. Un paio di mesi, insomma, per stabilire se si tratti davvero del teatro antico. In caso di esito positivo si tratterebbe del raggiungimento di un obbiettivo inseguito da oltre un secolo. Il direttore del Parco Giuseppe Parello avvalendosi dei nuovi mezzi a disposizione dalle moderne tecnologie, a cominciare dai droni, ha sempre tenuto presente la necessità di individuare quella struttura che viene inseguita praticamente da sempre. Una sorta di «leggenda» da trasformare in realtà. Particolare interessante, la consegna all'ente Parco di una guida del 1800 dei fratelli Pietro e Giuseppe Vallardi intitolata «Itinerario d'Italia, ossia: Descrizione dei viaggi per le strade più frequentate alle principali citta d'Italia», la quale individuava, nella valle ai piedi della rupe Atenea chiamata Colle Minervale in una zona che dovrebbe essere la parte bassa di via Petrarca, le «ruine d'antico teatro». Non solo.
Salvatore Alaimo, per 32 anni dipendente della Soprintendenza di Agrigento come addetto alle coltivazioni nella Valle e come giardiniere di Villa Aurea, otto anni fa, individuò i blocchi in tufo di una possibile struttura a gradoni emergere dal terreno proprio a valle di via Petrarca, la zona ora che promette «sorprese».
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