Il via all'ipotesi di un election day che accorpi amministrative a referendum sulla giustizia, tanto agognato da Matteo Salvini, se arriverà, partirà con una proposta del ministero dell'Interno. E così abbiamo chiesto un'opinione sull'eventualità di un'unica chiamata alle urne a chi conosce bene sia il Viminale che il leader del Carroccio, il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni.
«Come valutazione personale e politica - esordisce parlando con il Giornale - ritengo che quella dell'election day sia un'ipotesi assolutamente sostenibile: è già stato fatto nel 2009, consentirebbe un risparmio importante, quantificato in circa 200 milioni di euro, e quindi, secondo me, è una ipotesi che può essere tranquillamente caldeggiata. Poi, ovviamente, la scelta verrà fatta dal Consiglio dei ministri su una proposta avanzata dal ministro dell'Interno».
Sostenibile o no, il Fatto quotidiano, citando «fonti accreditate» del Viminale, dice che lì da voi l'orientamento sia quello di non accorpare.
«Ovviamente la fonte non sono io. Se è una fonte del Viminale andrebbe chiesto a chi di competenza. Io ho dato un parere e una mia considerazione tecnica, politica, di merito. Credo che sia un'occasione che non possa essere sprecata, e che l'ipotesi dell'election day sia sostenibile tecnicamente e amministrativamente, lo si è già fatto. Mi auguro che non ci sia un no a priori».
A parte il risparmio, ci sarebbe un vantaggio anche per le scuole che ospitano i seggi, che di problemi quest'anno ne hanno già avuti, e per evitare di doppiare il numero di assembramenti alle urne.
«Be', spero che si voterà in un contesto in cui lo stato di emergenza sia cessato, e quindi mentre ci avviamo lungo un percorso di recupero della normalità e della quotidianità, come sta avvenendo del resto in tutti i Paesi europei, mi auguro anche con la cessazione dell'obbligo del green pass. Poi certo, evidentemente visto che ci sono già in programma le Amministrative, con l'accorpamento si risparmierebbe una chiusura delle scuole. Anche se ritengo che l'elemento più importante è che si risparmierebbero cifre considerevoli. Credo ci siano tutte le condizioni perché il primo turno delle Amministrative possa coincidere con i referendum».
Forse qualcuno teme proprio quei quesiti passati al vaglio della Corte costituzionale.
«Non credo sia un argomento per cui si teme il quorum: sono referendum su un tema particolarmente sentito dai cittadini, una giustizia migliore e più efficiente nell'interesse di tutti. È una opportunità enorme dopo 30 anni di mancate riforme del sistema giudiziario che il popolo italiano sia chiamato a decidere su scelte e soluzioni che vanno a incidere in maniera significativa sul funzionamento e sull'efficienza del sistema giustizia».
Quindi sì - politico - ai quesiti referendari, ma anche sì tecnico all'election day.
«Certo. Ci sono gli elementi tecnici di praticabilità funzionale del voto per l'accorpamento.
Serve una norma, e spero ci sia la sensibilità di capire che quella norma sarebbe giusta e opportuna: non per favorire un partito o un altro, ma per mettere i cittadini italiani nelle condizioni di poter votare su referendum importanti e particolarmente significativi come quelli sulla giustizia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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