L'emarginazione dell'ala cattolica e dei riformisti. E Fioroni lascia. "Non è più il Pd"

Chi rompe paga ma i cocci non sono più suoi. La vittoria di Elly Schlein riapre vecchie ferite mai rimarginate: l'emorragia che la svolta radical ha inflitto al Pd rischia di essere letale

L'emarginazione dell'ala cattolica e dei riformisti. E Fioroni lascia. "Non è più il Pd"

Chi rompe paga ma i cocci non sono più suoi. La vittoria di Elly Schlein riapre vecchie ferite mai rimarginate: l'emorragia che la svolta radical ha inflitto al Pd rischia di essere letale. «Dobbiamo ricucire le fratture degli ultimi anni, le porte sono aperte, spalancate», è l'auspicio della segretaria. Ma appena si è aperta la porta è uscito Beppe Fioroni, che del matrimonio di fatto malriuscito Pds-Margherita era uno dei sacerdoti. Il divorzio lampo, omaggio indiretto alla riforma Cartabia che scatta da domani, si consuma con poche righe: «Nasce un nuovo soggetto che non è più il Pd che avevamo fondato e prendo atto della marginalizzazione dell'esperienza popolare e cattolico-democratica». «Invocare questa categoria per collocarsi in una posizione moderata oggi mi sembra una stranezza», risponde a stretto giro di posta la sedicente «cattolica adulta» Rosi Bindi, attenta alle istanze Lgbtq+ e oggi a caccia di un posto al sole. Replica Piero Fassino, la cui profezia stavolta rischia di avverarsi: «La Schlein sarà la segretaria di un accrocchio informe di sinistrismo dem, Articolo 1, comitati anti, sardine e radicalismi vari. Ad ogni scelta rischierà di sfasciarsi e in ogni caso di condannarci al minoritarismo permanente». «Le scissioni sono una sciagura, sempre. E di solito sono il frutto di errori di entrambe le parti», sentenzia Graziano Delrio, convinto che le perdite saranno contenute: «Se il Pd non tradisce la sua ispirazione originaria rischi non ne vedo».

«Ma Fioroni se ne accorge adesso che i cattolici non contano nulla? È una frattura iniziata da mo'», maligna qualcuno dalle parti di Matteo Renzi, che intanto se la ride. Dove andranno i cattolici? Se il network Piattaforma popolare - Tempi nuovi lanciato dall'ex ministro deve ancora muovere i suoi primi passi, il Terzo Polo appare a sinistra la risposta più plausibile. E i riformisti, evocati da Fassino? «Chi vuol venire viene, il progetto del partito unico va avanti», dice una fonte vicina all'ex premier, impegnato in una lezione a Stanford. Ma prima bisogna inaugurare «un cantiere aperto e inclusivo per arrivare a un partito unico», dicono da Azione. Il che significa allargare il progetto in chiave riformista, liberale e popolare, spolverare i busti di Giorgio La Pira e Luigi Sturzo, riscoprire le radici cristiane, togliersi di dosso l'immagine di reduci nostalgici. Operazione non semplicissima nel variegato mondo dei cattolici, in quella terra di mezzo che ha sempre guardato a sinistra, come la Comunità Sant'Egidio e alcune eminenze grigie di Cei e Santa Sede. Se l'ideologia gender del Ddl Zan diventa ufficialmente la nuova Bibbia, al mondo cattolico tocca l'ennesima transumanza.

L'obiettivo sono le Europee 2024, appuntamento cruciale per Azione e Italia viva, che dovrebbero correre con un unico simbolo. Anche Carlo Calenda fa la voce grossa: «Siamo pronti ad accogliere gli elettori del Pd», anche se l'onda rosa che ha portato all'elezione della Schlein potrebbe convincere qualcuno dentro Azione-Iv a puntare al congresso su una donna che possa sintetizzare le differenti sensibilità dei due ingombranti leader. Candidate ce ne sono, vedremo. Poi c'è il tema dei diritti a tutti i costi: «La trasformazione del Pd nella casa liquida del «dirittismo» da Ztl, à la page nei grandi centri urbani, è così omologata e omologante da aver perso qualsiasi parentela con quel pensiero irregolare di cui Per Paolo Pasolini era espressione», è il ragionamento del ministro della Famiglia Eugenia Roccella. Non è un caso che a battere cassa siano i gay: «La prima donna e bisessuale a capo del Pd abolisca la legge regionale che discrimina le coppie lesbiche che vogliono fare la procreazione assistita e sostenga il referendum sul matrimonio egualitario», chiede l'ex Arcigay Fabrizio Marrazzo.

E poi c'è

il Sud. La neosegretaria ha fatto cappotto al Centro-Nord (fatta eccezione per l'Emilia-Romagna) mentre Bonaccini è andato forte nel Mezzogiorno. La faida Pd rischia anche di riaccendere una «nuova» questione meridionale.

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