L'eterna Cenerentola e la missione infinita di essere (quasi) amata

Alla neoregina è riuscito l'impensabile: farsi accettare dopo decenni di svilimento

L'eterna Cenerentola e la missione infinita di essere (quasi) amata

La donna che da mezzo secolo non cambia neppure il taglio di capelli è riuscita quasi da ferma nella trasformazione più impensabile: quella di entrare nell'anticamera del cuore di coloro che da sette mesi sono i suoi sudditi. La regina nonna Camilla, la più anziana sovrana consorte a trovar spazio sotto la corona britannica con i suoi quasi settantasei anni (li farà il prossimo 17 luglio), era quella che nessuno voleva amante di Carlo, nessuno voleva moglie di Carlo, nessuno voleva regina, nessuno voleva con la corona, nessuno voleva tra i piedi. Ieri dopo una traversata nel deserto emotivo durata decenni ha portato a termine un'impresa ben più ardua di quella di arrivare a Buckingham Palace (che lei pare non ami, peraltro): quella di farsi accettare dal suo popolo, che non ha mai digerito che questa donna sciapetta e contegnosa, dal sorriso più freddo di un salmone delle Lofoten appena estratto dal freezer, avesse preso il posto dell'amatissima Lady D nell'organigramma reale e nelle foto.

Va detto che non ha sbagliato una mossa Camilla nata Shard, poi diventata Parker Bowles dopo il matrimonio nel 1973 con Andrew, ufficiale della Royal Horse Guards, e quindi diventata Sua Altezza Reale la duchessa di Cornovaglia dopo il matrimonio con l'eterno erede al trono Carlo nel 2005 e infine Sua Maestà la regina consorte dopo la morte di Elisabetta II. Mostrando di rispettare anche la adorata e defunta rivale, Diana, rifiutandosi di sfoggiare il titolo di principessa di Edimburgo, che pure le spetta, che troppo si identificava con l'ex signorina Spencer.

Camilla regina di resilienza. Virtù perfino sputtanata negli ultimi anni, ma che non si può non evocare quando si parla di questa donna dall'anima di titanio. Certo, molto ha aiutato il fatto che dopo decenni di sguardi in cagnesco e di reciproco evitarsi proprio all'imbrinire della sua vita Elisabetta abbia fornito l'assist per l'endorsement popolare, facendo sapere in un comunicato stampa divulgato il 5 febbraio del 2022 che era suo «sincero desiderio» che Camilla una volta giunto il momento fosse «riconosciuta come Regina Consorte».

Che poi a vederla in un certo modo perversamente romantico, è più favola quella di Camilla la sbiadita che quella della fu Diana la carismatica, la predestinata, la tutto-lei. Una cenerentola avanti con gli anni che finalmente non conoscerà più mezzanotti di carrozze che diventano zucche.

Il suo è un grande romanzo britannico, una vita in panchina, lo svilimento pubblico come cifra stilistica, il grande amore con Carlo nato una cinquantina di anni fa passato indenne in mezzo ad altri matrimoni, altri divorzi, i figli dell'uno e dell'altra, al discredito, alla maldicenza, al gossip, a un principio di reciproca inadeguatezza. Camilla non è più la più odiata della famiglia reale allargata, è una sovrana consorte degna e composta. La vita da regina comincia a settantacinque anni. La regina è viva, viva la regina.

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