La partita per il Quirinale inizia a entrare nel vivo. Prima però bisognerà attendere l'approvazione della manovra di fine anno, anche se nel frattempo i partiti hanno già iniziato a elaborare le prime bozze per le mosse da mettere in campo in vista dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Chi sarà il nuovo inquilino del Colle? Tra le ipotesi c'è quella di Silvio Berlusconi, che riuscirebbe a catalizzare tutte quelle anime europeiste presenti in Parlamento. Ma per Enrico Letta si tratta di un'ipotesi piuttosto complicata in quanto lo reputa una figura divisiva ed eccessivamente schierata.
Il "no" di Letta al Cav
Il segretario del Partito democratico sostiene che per l'elezione del prossimo capo dello Stato sarà necessario convergere su una figura quanto più comune a tutti gli schieramenti politici: a suo giudizio è "un vantaggio per tutti" avere un presidente della Repubblica "figlio di una larga condivisione". Ritiene quindi che debba "essere eletto con una larga maggioranza", altrimenti "sarebbe un errore".
Alla luce di tutte queste premesse Letta è convinto che il profilo di Berlusconi non sarebbe in grado di rispettare quei criteri di ampia convergenza: "Ho detto che per il presidente della Repubblica servirebbe un consenso largo. Non mi sembra francamente che questo tipo di caratteristica sia quella con la quale sta nascendo la candidatura di Berlusconi. Ho l'impressione che sia molto in salita".
Tuttavia Letta, intervenuto ad Atreju organizzato da Fratelli d'Italia, ha tracciato le sue tre priorità: approvazione della legge di bilancio, gestione della pandemia e attuazione dei progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Una mole di lavoro notevole per il governo attuale guidato da Mario Draghi, su cui però circolano voci su un possibile approdo al Quirinale. "Sta lavorando bene, se rimanesse a Palazzo Chigi sarebbe una cosa positiva", è il giudizio di Letta. Che in sostanza ha lasciato intendere che preferirebbe il premier ancora al timone dell'esecutivo.
Berlusconi al Quirinale?
Il Cav al Colle è utopia politica? Non proprio. La realtà dei fatti dice che sicuramente si tratta di un'impresa non facile, ma che i numeri non la rendono affatto impossibile. Secondo i primi numeri con il pallottoliere alla mano, al centrodestra mancherebbero 10 o 15 voti se facesse sponda con Italia Viva. E il pozzo da cui attingere consensi potrebbe essere ad esempio il gruppo Misto. Non a caso l'ex azzurro Alessandro Sorte ha già detto che potrebbero arrivare diversi voti per il leader di Forza Italia: "Lo voterei senza dubbi e penso di poter convincere nel Misto sette-otto deputati a fare altrettanto".
Non va inoltre dimenticato che Berlusconi è tra i primissimi nomi che gli italiani vorrebbero al Quirinale. Gli ultimi sondaggi parlano chiaro. Prendiamo ad esempio quello di Euromedia, secondo cui il Cavaliere è al secondo posto nelle preferenze per il prossimo presidente della Repubblica.
Il che dimostra come, nonostante la sinistra si adoperi calorosamente per demonizzare gli avversari, gli elettori vogliano affidarsi a una figura istituzionale che rappresenti un importante punto di riferimento per il nostro Paese e per l'estero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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