"L'eurolegge sull'ambiente è una follia. No a fiumi senza argini e paludi ovunque"

L'europarlamentare Fdi: "Il Nature Restoration Law va fermato. Nel testo si vuole persino abolire le recinzioni private dei terreni"

"L'eurolegge sull'ambiente è una follia. No a fiumi senza argini e paludi ovunque"
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Arriva oggi in Commissione Ambiente all'Europarlamento il voto finale sulla «Legge per il ripristino della natura», componente fondamentale del Green Deal europeo, dopo il rinvio della scorsa settimana. Il Giornale ha intervistato Nicola Procaccini, europarlamentare, membro della Commissione Envi e co-presidente dell'ECR che ha approfondito tutte le assurdità (e i pericoli) della nuova euro follia in campo ambientale.

Onorevole Procaccini, può spiegarci meglio in cosa consiste la Nature Restoration Law che si vota oggi in Commissione Ambiente?

«Innanzitutto occorre dire che l'ultima volta in cui si è votato il testo finale della Legge per il ripristino della natura il 15 giugno, è avvenuto un rinvio non per mancanza di tempo come detto dalle sinistre ma perché avrebbero perso in quanto non si sarebbe raggiunta la metà più uno dei voti necessari. In quell'occasione c'è stato un pareggio nel voto, 44 a 44, che, nonostante non sarebbe stato sufficiente per approvare la mozione di rigetto, non avrebbe nemmeno consentito il via libera al testo finale necessario per farlo approvare in Commissione ambiente e portarlo alla Plenaria di Strasburgo a Luglio. Nonostante in questi giorni Timmermans si sia speso in lungo e in largo per trovare qualche voto in Commissione, anche se oggi dovesse passare il testo, verrà bocciato dall'Europarlamento in quanto si è ormai formata un'asse tra ECR-PPE-ID e buona parte di Renew Europee».

Quali secondo lei le assurdità contenute nella Legge per il ripristino della natura?

«Se l'Europarlamento approvasse la legge, si dovrebbe bloccare il drenaggio delle paludi con una riumidificazione delle zone paludose. Per fare un esempio, fermare le idrovore in provincia di Latina significherebbe far invadere i campi di acqua non solo provocando la mancanza di coltivazioni ma anche il ritorno di malattie come la malaria. Al tempo stesso si parla della necessità di ripristinare 25.000 km di fiumi a flusso libero rimuovendo buona parte delle barriere artificiali dai fiumi sia longitudinali (le dighe) sia laterali che rappresentano il consolidamento degli argini secondo la visione che i corsi d'acqua devono essere lasciati liberi».

Non proprio un'idea lungimirante soprattutto dopo l'alluvione in Romagna

«Esatto ma non è tutto. Anche parte della superficie agricola dovrebbe tornare allo stato brado senza né potervi costruire né coltivare per favorire la biodiversità, oppure si propone l'interruzione del disboscamento delle foreste quando necessario e la manutenzione dei boschi. La verità è che dietro a queste leggi c'è una logica folle per cui l'uomo deve fare un passo indietro rispetto alla natura secondo la visione che una foresta o un bosco sopravvivono meglio se l'uomo si ritira dalla sua manutenzione. In realtà, se non si mantengono i boschi, vanno a fuoco e muore il sottobosco. Addirittura nel testo si propone di abolire le recinzioni private dei terreni con una visione contro la proprietà privata».

Intende dire che c'è una precisa visione culturale e filosofica dietro un certo ambientalismo?

«Sì, è quella del Buon Selvaggio di Rousseau; essendo l'uomo malvagio e corrotto, occorre tornare ai tempi delle caverne.

Questa proposta di regolamento è la Summa Teologica di Timmermans, per questo è così importante in termini politici. Siamo arrivati a un bivio: o l'ambientalismo ideologico con una visione figlia del socialismo o il nostro ambientalismo per cui uomo e natura non devono essere tra loro in contrasto».

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