L'Europa contro Orbán: criminalizza i migranti

Deferimento pure per la legge «Stop Soros» che ha reso un reato il sostegno ai richiedenti asilo

L'Europa contro Orbán: criminalizza i migranti

Viktor Orbán e l'Ungheria nel mirino di Bruxelles. Sui migranti e la linea dura del premier, con una serie di osservazioni. La Commissione europea ha presentato un ricorso contro Budapest «in merito alla legislazione che criminalizza le attività a sostegno delle domande di asilo e limita ulteriormente il diritto di presentare domanda di asilo». La Commissione ha inoltre deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all'Ungheria per aver negato il cibo a persone in attesa di rimpatrio che si trovano nelle aree di transito ungheresi al confine con la Serbia.

E l'Ungheria è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Ue, con sede in Lussemburgo, anche per la legge «Stop Soros» che ha reso reato il sostegno ai richiedenti asilo. La Commissione ritiene che, dopo due avvertimenti, «la maggior parte delle preoccupazioni espresse non siano ancora state prese in considerazione», spiega l'esecutivo comunitario.

Da Bruxelles arriva anche un richiamo all'Italia. La Commissione ha inviato una lettera di messa in mora a Roma, primo passo verso l'apertura di una procedura d'infrazione, sostenendo che non si applicano correttamente le norme Ue sui permessi di lavoro e residenza di lavoratori provenienti da Paesi terzi. La direttiva garantisce che i lavoratori di paesi terzi legalmente residenti in uno Stato Ue godano della parità di trattamento con i cittadini di tale Stato membro per quanto riguarda le condizioni di lavoro, la libertà di associazione, istruzione, previdenza sociale e agevolazioni fiscali, tra gli altri.

La Commissione ha riscontrato un recepimento e un'applicazione non corretti del principio di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale alle stesse condizioni dei cittadini degli Stati membri dell'Unione. L'Italia ha ora due mesi per rispondere.

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