«È libera». Il grido di gioia un funzionario coinvolto nell'operazione di salvataggio della gigantesca nave portacontainer Ever Given, bloccata nel Canale di Suez da quasi una settimana, ha segnato la parola fine in una vicenda che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso. Il cargo è stato finalmente disincagliato dopo una manovra di una dozzina di rimorchiatori. La principale via commerciale del mondo è di nuovo sgombra, anche se non è chiaro quando tornerà alla piena normalità. Peter Berdowski, Ceo della società olandese di salvataggio Boskalis, ha detto che l'Ever Given è stato rimesso a galla ieri alle 15 e 05, «rendendo così nuovamente possibile il libero passaggio attraverso il Canale di Suez». I rimorchiatori che hanno preso parte all'operazione hanno suonato il clacson per festeggiare. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha ringraziato gli egiziani per i loro sforzi nel «porre fine alla crisi».
Ma secondo Lloyd's List, giornale specializzato in notizie sulla navigazione, sono in attesa di passare attraverso il canale oltre 400 navi portacontainer, petroliere e portarinfuse. Il recupero dell'arretrato dovrebbe richiedere diversi giorni. I carichi arriveranno a destinazione molto più tardi del previsto. Potrebbe esserci congestione nei porti, mentre i programmi di navigazione sono totalmente nel caos. Di conseguenza, il costo della spedizione delle merci in Europa è in aumento. E soltanto più di 100 navi ogni giorno saranno in grado di entrare nel canale. Il gruppo di spedizioni Maersk ha affermato che le interruzioni a catena delle spedizioni globali potrebbero richiedere settimane o mesi per tornare alla normalità.
Ieri le azioni della Evergreen Marine Corp, società quotata a Taiwan, che gestisce la mega-nave, sono aumentate dell'1,75%. Le tariffe di spedizione per le navi cisterna di prodotti petroliferi invece sono quasi raddoppiate dopo che la nave è rimasta bloccata. L'incidente causerà costosi ritardi per le aziende che già devono subire le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19. All'ultimo conteggio, circa 450 navi erano bloccate in attesa o si sono dirette verso la via d'acqua, dove passa circa il 12% del commercio mondiale. Altri hanno deviato verso il percorso più lungo attorno alla punta meridionale dell'Africa, cioè il Capo di Buona Speranza.
«Una cosa è rimettere a galla la nave, un'altra è liberare completamente il canale dal traffico», ha detto Hugo de Stoop, Ceo di Euronav NV, che possiede navi cisterna. «Tutto ciò che è stato accumulato finora richiederà tempo per essere cancellato», ha poi spiegato. Gli esperti di spedizioni prevedono che i mercati del trasporto marittimo vedranno ancora più rigidità nei prossimi mesi a causa dei programmi interrotti e dell'ondata irregolare di merci che colpirà i porti. Una stima mostra che il blocco sta trattenendo circa 400 milioni di dollari di merci all'ora, sulla base di calcoli di Lloyd's List che suggeriscono che il traffico in direzione ovest vale circa 5,1 miliardi di dollari al giorno e il traffico in direzione est è di circa 4,5 miliardi di dollari. Cioè circa 9,6 miliardi di dollari al giorno per entrambe le direzioni che per una settimana facendo una somma diventano circa 67,2 miliardi di dollari.
La partita quindi è ancora aperta, ma chi è impegnato nella risoluzione dell'incidente non molla. «Non sprecheremo un secondo», ha detto il presidente dell'Autorità del Canale di Suez Osama Rabie alla televisione di Stato egiziana.
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