Via libera alla Camera al decreto liquidità alle imprese su cui il governo aveva posto la fiducia. 310 i voti favorevoli al provvedimento che rispetto al testo iniziale introduce alcune modifiche volute dall'esecutivo. A partire dall'autocertificazione per richiedere i prestiti in banca garantiti dallo Stato e dunque velocizzarli. La soglia si alza da 25mila a 30mila euro e si allungano i tempi di restituzione che passano 6 a 10 anni. Ma c'è anche un intervento che chiarisce il nodo della responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio di un dipendente, da escludere se l'azienda abbia adottato tutti i protocolli di sicurezza. L'obiettivo ora è un passaggio veloce al Senato per far entrare in vigore le modifiche. I tempi sono stretti perché il provvedimento, che non dovrebbe più cambiare, va convertito in legge entro il 7 giugno. «Pochi fatti concreti - denuncia l'azzurro Sestino Giacomoni - nonostante le numerose modifiche che siamo riusciti ad apportare a questo decreto, resta il nostro giudizio nettamente contrario su un provvedimento che non garantisce alle imprese quello di cui avrebbero bisogno».
Sul tavolo tra opposizione e governo ora c'è anche l'altro decreto, quello Rilancio, che per il ministro Roberto Gualtieri contiene «l'impostazione di un grande piano ripresa fatto di riforme e investimenti, con 25 miliardi stanziati per l'occupazione. Pensiamo che il metodo del dialogo sia essenziale e contiamo sull'apporto del parlamento anche per poter ulteriormente migliorare questo decreto». È durata circa due ore la riunione con le opposizioni convocata dal titolare del Tesoro col ministro Federico D'Incà: «La volontà del governo è quella di poter dare spazio ai gruppi parlamentari e di accogliere le modifiche che vorranno apportare attraverso il lavoro comune di maggioranza e opposizione», hanno detto i ministri. Forza Italia preme per modificare la versione del decreto uscita dal cdm, che prevedeva risorse straordinarie solo per alcuni Comuni «zona rossa» e non per tutti. C'è anche la questione urgente delle finanze degli enti locali, sull'orlo del rosso. Gualtieri ha assicurato che «siamo pronti se necessario a integrare ulteriormente le risorse stanziate. Già venerdì il primo miliardo di euro sarà trasferito agli enti locali, con criteri che aiuteranno i Comuni a determinare l'intero ammontare di risorse». E poi c'è il mancato accesso dei professionisti alle risorse a fondo perduto del dl rilancio, finita sotto attacco delle opposizioni. Durante il vertice è scoppiata la polemica: i capigruppo di Fratelli d'Italia Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani avevano chiesto di trasmettere in streaming la riunione, «in modo tale che i cittadini possano conoscere appieno la differenza, che per alcuni c'è, tra le cose dette agli elettori e quelle messe in pratica nella loro azione di governo.
La proposta è stata osteggiata dal governo con scuse risibili quali le difficoltà tecniche o la mancanza di un adeguato preavviso». Il ministro D'Incà parla di una «strumentalizzazione inutile. Così facendo, si dimostra di non voler avviare un dialogo costruttivo tra maggioranza e opposizione».
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