Soltanto un colloquio orale per superare l'esame di maturità. Anche quando la pandemia sarà (come è auspicio di tutti) un lontano ricordo. Si tratta di un'ipotesi ma a metterla sul tavolo è lo stesso ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che la sta valutando alla luce di quanto accaduto nel 2020 e che si ripeterà anche per questo anno scolastico.
L'eliminazione delle prove scritte che fino ad ora è stata una scelta strettamente conseguente alla pandemia e che si riteneva dunque una soluzione emergenziale potrebbe invece diventare permanente: un modello per il futuro. «Vediamo come va, sto avendo riscontri positivi dai ragazzi, avere tempo per articolare un pensiero complesso, questa è la maturità - ha detto il ministro intervistato da Agorà su Rai3 -. È una maturità che prepara all'università, al lavoro e ad altre possibilità di crescita».
Una maturità annacquata? Anche in tempi di pandemia la scelta di far sostenere come esame conclusivo soltanto una prova orale aveva suscitato perplessità e critiche da parte di studiosi ed esperti. Ma il ministro Bianchi anche in riferimento a quanto accadrà quest'anno respinge l'idea che si tratti di un esame dimezzato. «Abbiamo predisposto tutto per un esame di maturità che sia tale - spiega Bianchi -. Da quest'anno i consigli di istituto, i professori e i loro ragazzi hanno iniziato a discutere i temi da svolgere sin dal mese di marzo. Sulla base delle discussioni con molto tempo a disposizione i ragazzi hanno predisposto un elaborato».
Insomma il ministro sottolinea che lo scritto non è cancellato ma quell'elaborato scritto sarà la base dell'orale. «Non è un orale che parte a caso ma parte da un lavoro fatto in un mese, discusso con la scuola - prosegue il ministro -. Non solo c'è uno scritto, ma uno scritto pensato, ragionato, discusso. È importante saper scrivere, altrimenti non si sa parlare».
Bianchi ha anche difeso l'introduzione del curriculum dello studente che per la prima volta i ragazzi dovranno presentare all'esame. Nel curriculum i maturandi dovranno elencare le loro esperienze di formazione extrascolastiche ed eventuali certificazioni, ad esempio rispetto ad uno studio di una lingua straniera.
Uno strumento che in molti hanno giudicato discriminatorio. Ma Bianchi respinge l'accusa «È stato chiesto ai ragazzi di esporre tutte le loro attività: classismo è quando ci si nasconde dietro all'ipocrisia: qualsiasi lavoro è dignitoso, io stesso ho lavorato molto da ragazzo - dice il ministro -.
Il curriculum dello studente non è un elemento con cui valutiamo i ragazzi ma insegniamo loro a presentarsi è il modo con cui i ragazzi presentano se stessi per poter esporre le loro attività e il loro lavoro».Il 3 giugno Bianchi avrà un confronto con i sindacati sulla questione del reclutamento. Anche quest'anno, denunciano i sindacati della scuola, si aprirà con 100mila cattedre vacanti.
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