Berlusconi continua il suo tour mediatico per sostenere le ragioni del No. Ieri in radio a Zapping, stamattina il bis a Rai Parlamento, e domani nel salotto di Barbara D'Urso dove incrocerà Matteo Renzi. Niente faccia a faccia però; soltanto una staffetta: prima l'ex Cavaliere e poi il presidente del Consiglio.
Il Cavaliere ribadisce che il suo No è «deciso e responsabile» perché se andasse in porto il ddl Boschi si rischierebbe una «deriva autoritaria con una sola persona al comando di un partito, del Parlamento, del governo; insomma, del Paese».
L'ex premier smentisce che il Cavaliere non sia convinto del No: «Se passa la riforma sarebbe impossibile governare per il centrodestra perché la sinistra avrebbe maggioranza assoluta al Senato. Questo è assurdo e intollerabile». Non solo: «Se vincesse il Pd ci sarebbe deriva autoritaria molto pericolosa». Ergo le accuse di tiepidezza sul referendum sono infondate. Per Il Foglio, Berlusconi dovrebbe votare Sì e recupera un vecchio discorso di Berlusconi. Ma il Cavaliere eccepisce: «Io sono molto coerente, me lo ricordo bene quel discorso. Ma in quel discorso chiedevo il rafforzamento dei poteri dell'esecutivo, l'elezione del capo dello Stato, il federalismo, l'applicazione del principio di sussidiarietà; chiedevo maggiore efficienza e invece la riforma rende tutto più confuso». E ancora: «con la riforma il Senato sarà sempre del Pd».
Ora Berlusconi è per il proporzionale, prima per il maggioritario. Ma il Cavaliere spiega: «Adesso è necessario perché il sistema è diventato tripolare e non più bipolare».
Quindi parla dell'Economist che oggi si schiera per il No: «Le ragioni del No le ho ricordate; ma credo che la turbolenza pericolosa sui mercati è una favola creata apposta per condizionare gli elettori. I mercati vogliono tasse basse, meno burocrazia». Sul dopo: «Non credo che Mattarella scioglierà le Camere con questa legge elettorale. Renzi ha la maggioranza del Parlamento quindi non c'è alcuna necessità di un governo tecnico. Renzi può continuare. Oppure si può pensare a un governo politico ma deciderà Mattarella. In ogni caso, dopo, bisognerà sedersi attorno a un tavolo e trovare un accordo su legge elettorale e su una vera riforma».
Si ventila un accordo tra centrodestra e centrosinistra? «In Germania si chiama grosse koalition; io credo che non si possa uscire da questa situazione: bisogna mettersi insieme attorno a un tavolo per fare la legge elettorale e una nuova riforma della Costituzione». I tempi sono lunghi, però.
Berlusconi non la pensa così: «La bocciatura di questa riforma farà capire a tutti che le riforme devono essere condivise; così come è stato nel 1948». Ultima battuta su Parisi: «Non ha saputo stringere patti di comprensione e simpatia con gli alleati».
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