Il nuovo mondo economico, dove l'inflazione è tornata a pungere dopo circa un quarto di secolo, provoca la più classica reazione dell'homo italicus: si adatta.
Nei prossimi 12 mesi il 96% degli italiani rivedrà le proprie priorità di spesa, riducendo le spese fuori casa, nella consapevolezza che a causa dei rincari di energia e dei prodotti di consumo dovranno spendere di più. Lo rilevano i dati aggiornati di NielsenIQ sui nuovi comportamenti d'acquisto e sulle modalità delle famiglie italiane come risposta alla crisi e all'inflazione in atto. Pandemia, guerra e inflazione stanno modificando lo scenario attuale e per gestire questo cambiamento NielsenIQ ha fotografato alcuni trend che influiscono sulle abitudini di acquisto delle famiglie.
«Oggi anche quelle patrimonialmente stabili stanno vedendo minate le proprie certezze e le loro sicurezze, e in pochi mesi si sono persi 20 punti di fiducia», hanno spiegato Debora Costi e Marco Pellicci, di NielsenIQ presentando la nuova analisi in occasione del «Linkontro 2022», in Sardegna. «Nel largo consumo l'inflazione oggi è al 4,8%, ma i consumatori hanno risposto applicando delle strategie di autodifesa modificando il mix dei prodotti nel loro carrello, riducendo così l'inflazione reale al 2,6%», sottolineano i due esperti.
Inoltre, aggiungono, «i consumatori hanno diversificato anche il canale di acquisto, che diventa sempre più ibrido (7 insegne diverse in un anno e anche nuovi canali): crescono l'eCommerce e il discount, evidenziando la necessità di convenienza e di comodità. Canali che conquistano, nel primo trimestre, rispetto al pre pandemia ben 3 punti di quota. In particolare il discount raggiunge il 20% del valore del mercato del largo consumo».
Purtroppo la corsa dell'inflazione innescata dal conflitto in Ucraina in meno di tre mesi ha quasi raddoppiato il numero di famiglie italiane povere. I nuovi dati elaborati da NielsenIQ dicono che «in prospettiva, nei prossimi 12 mesi gli italiani dedicheranno molta più spesa ai consumi in casa piuttosto che a quelli fuori casa. «Si tratta del 92% delle famiglie intervistate e il consumatore è consapevole che l'ondata inflazionistica porterà maggiori difficoltà nel prossimo futuro, per questo metterà in conto gli aumenti dei prezzi e applicherà strategie di risparmio quando andrà a fare la spesa». Nel dettaglio, spiegano gli esperti, i cosiddetti struggles, ovvero le famiglie in difficoltà economiche, erano il 10% a febbraio e sono diventate il 17% a metà maggio.
Si tratta di famiglie, spiegano gli esperti di NielsenIQ, che devono razionalizzare le spese dando priorità ai beni primari. È la fetta più fragile della popolazione, quella che rischia scenari di povertà diffusa. Per queste famiglie, «il prezzo basso è la prima leva di scelta dei prodotti di largo consumo».
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