Sono migliaia e migliaia gli immigrati che in queste ore stanno arrivando in Europa, in partenza dalle coste turche e in viaggio attraverso Grecia, Macedonia, Serbia per raggiungere la porta dell'Unione, l'Ungheria. Prosegue così verso Nord il difficile viaggio di migliaia di profughi che, in fuga dai conflitti in Siria, Irak e Afghanistan, approdano da giorni sulle coste greche, sulle isole dell'Egeo. In serata, secondo i dati della Croce Rossa, erano almeno 8.000 gli stranieri accolti nei centri di assistenza sorti nelle ultime ore nelle cittadine del Sud della Serbia di Miratovce e Presevo.
Sono entrati nel Paese attraverso la Macedonia, che dopo due giorni e mezzo di stato d'emergenza e chiusura dei confini ha riaperto sabato sera il valico di frontiera. Lì è stato costruito ieri un centro di accoglienza per i migranti, ha dichiarato il ministro della Difesa macedone, Zoran Jolevski, che si è recato sul posto per essere presente all'apertura della struttura che si estende su circa un ettaro e potrà ospitare fino a quattromila persone.
Se le autorità macedoni in un primo momento avevano fatto sapere che avrebbero permesso l'entrata nel Paese soltanto di un numero limitato di profughi considerati più vulnerabili, per esempio famiglie con bambini, testimoni sul posto hanno detto che nelle scorse ore la polizia avrebbe permesso l'attraversamento a centinaia di persone bloccate da giorni nella terra di nessuno tra Macedonia e Grecia. Una volta nella cittadina macedone di Gevgelija, i profughi salgono sui treni per attraversare i 180 chilometri che li separano da un'altra tappa del viaggio, la Serbia.
Da lì, con autobus messi a disposizione in queste ore dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, raggiungeranno Belgrado e sperano di proseguire per l'Ungheria. La nazione, membro dell'Unione e porta per l'Europa, sta costruendo però una barriera di filo spinato alta quattro metri lungo i 175 chilometri di confine con la Serbia.
Non si ferma in queste ore lungo le coste europee il flusso di migranti in arrivo dalla Turchia, dalla Libia o dall'Egitto. Sono circa 2.500 i profughi sbarcati a bordo di una nave greca nel porto ateniese del Pireo dalle isole dell'Egeo: 628 da Kos, 75 da Kalimnos, 967 da Leros, 796 da Samos. La maggior parte di questi immigrati è intenzionata a raggiungere l'Ungheria attraverso Macedonia e Serbia. E in Italia da sabato sono stati salvati 4.400 migranti a bordo di 22 imbarcazioni. In Grecia da gennaio sono sbarcati circa 160mila profughi, 108mila in Italia. La maggior parte di queste persone in fuga da guerre e persecuzioni ha come obiettivo altri Paesi europei: la Scandinavia, l'Olanda e la Germania soprattutto.
E proprio la Germania che si aspetta nel 2015 750mila richieste di asilo secondo il quotidiano economico Handelsblatt , 800mila secondo il ministro dell'Interno Thomas de Maizière, ha ribadito la sua preoccupazione nelle ultime ore: il vice cancelliere Sigmar Gabriel ha parlato della «più grande sfida dalla riunificazione» del 1990 per il Paese. La polizia federale ha lavorato a un video da diffondere in Serbia, Macedonia, Albania, Kosovo e Bosnia per scoraggiare i viaggi di stranieri verso i confini tedeschi e le richieste di asilo.
In particolare, l'obiettivo è arginare le partenze da questi Paesi balcanici, ricordando che nella quasi totalità dei casi le domande di accoglienza vengono respinte.
Le cifre sono impressionanti: oltre il 40 per cento delle richieste di asilo in Germania vengono da questi Paesi, ma per esempio nel 2012 a fronte di oltre 4000 domande, solo undici sono state accolte: lo 0,2 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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