L'ipocrisia progressista su Bibbiano

L'ipocrisia progressista su Bibbiano

«N on venire sarebbe stato molto peggio perché è necessario che le istituzioni siano presenti». Si espresse così Laura Boldrini in visita a Fermo quando Amedeo Mancini fu arrestato per l'omicidio di Emmanuel Namdi. Al funerale c'erano la Boldrini, Sassoli, la Kyenge e per il governo Renzi presiedeva Maria Elena Boschi. Al cospetto della Rackete su una nave Ong, di fronte alle telecamere c'erano Orfini, Delrio e Fratoianni. Una passarella antirazzista funzionale al proprio elettorato dal momento che nessuno di loro era presente né quando a Palagonia fu sterminata una coppia di italiani da un ivoriano né quando furono assassinate Pamela Mastropietro da un nigeriano e Desiree Mariottini da tre nordafricani. Se invece Salvini va in visita a Bibbiano non si tratta più della presenza dello Stato ma della strumentalizzazione di un caso di cronaca su cui esigere silenzio. Un atteggiamento da due pesi e due misure. Dall'inchiesta su Bibbiano emerge un abuso di potere che impressiona come un traffico di organi ma siccome il sistema welfare utilizzato nel reggiano era quello sostenuto dalla sinistra si cerca di stendere un velo pietoso su agiti che hanno provocato indicibili sofferenze a molte famiglie. Sui bambini dei comuni della Val d'Enza è stata usata una stimolazione elettronica che non è l'elettroshock ma non è neanche una terapia standardizzata e considerata la più sicura allo stato dell'arte. Queste stimolazioni sono associate ad una tecnica psicoterapica, l'Emdr(Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che si prefigge lo scopo della rielaborazione di vissuti traumatici attraverso la stimolazione del cervello. In Italia è una tecnica usata da poco e sulle stimolazioni elettroniche si conosce poco o niente. Fatto è che si sono presi dei bambini che avrebbero subito un abuso, li hanno stimolati affinché rievocassero un abuso ipotizzato. Tutto questo senza il consenso dei genitori, messo in atto da una Onlus, la Hansel e Gretel. Una bambina sottratta alla sua famiglia è stata data in affidamento ad una coppia di lesbiche da una dirigente dei servizi sociali, attivista Lgbt, che con una delle donne era stata legata sentimentalmente: forse non è un conflitto di interesse ma fa pensare ad una sorta di risarcimento.

La sinistra invece di invocare il silenzio di Salvini dovrebbe dare una risposta sul perché il comune gestito da un loro sindaco abbia assegnato ad una attivista Lgbt i servizi sociali e la tutela di minori che dovrebbero essere protetti da tutte le ideologie.

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