L'ira delle imprese sulla Tav: "Con lo stop colpo mortale"

Persino i sindacati ora si alleano a Confindustria. Ma Toninelli li gela: "Patto con Parigi per bloccarla"

L'ira delle imprese sulla Tav: "Con lo stop colpo mortale"

Sembra un mondo capovolto: gli industriali in piazza e i sindacati a fianco. La ribellione degli imprenditori è il miracolo dell'alta velocità e il testacoda di un governo riuscito nell'impresa di coagulare i nemici di un tempo. Quella dei capiazienda contro il blocco della Tav tra Nord Italia e Francia è una rivolta senza precedenti, una mobilitazione corale che attraversa confini geografici, coalizza schieramenti politici, brucia rivalità nel segno della crescita e del lavoro.

Confindustria ha rotto gli indugi. Il presidente Vincenzo Boccia assicura che «la reazione della nostra base associativa è rilevante e il malessere è alto. A breve terremo un Consiglio generale straordinario a Torino. Ci sono gruppi di interesse che vogliono bloccare tutto, perché la loro idea è di un appiattimento totale, e questo non glielo consentiremo. Spero che anche per la Tav, come per il Tap, il presidente Conte si assuma la responsabilità di farla». Dal governo parla soltanto l'ala grillina. Il ministro Danilo Toninelli assicura che «ci metteremo d'accordo con la Francia per non fare la Tav: anche Macron l'ha esclusa dalle priorità infrastrutturali dopo aver valutato costi e benefici». Più attendista il premier Conte, che dall'India attende proprio un'analisi costi-benefici per fare una sintesi.

Ma gli industriali non cedono. Rimettere in discussione Tav e Terzo valico «è un colpo mortale allo sviluppo del Nordovest»: lo affermano i presidenti delle associazioni imprenditoriali di Torino, Dario Gallina, di Genova, Giovanni Mondini, e di Assolombarda, Carlo Bonomi. In una nota diffusa «a nome di oltre 545mila imprese», i tre leader difendono «il diritto di tutti i cittadini italiani di vivere in un Paese che non venga penalizzato dal punto di vista sociale ed economico».

Il loro è «un appello alla responsabilità sul futuro del Paese». La Tav «supporta sulla direttrice est-ovest il surplus commerciale italiano di circa 10 miliardi di euro sui 70 complessivi di interscambio con la Francia e consente la connessione alla Via della seta, il grande asse che collegherà Oriente e Occidente del mondo». Il Terzo valico «abbatte il vantaggio conseguito dai porti nordeuropei sul primo porto commerciale container d'Italia», cioè Genova.

Agli industriali fanno eco i sindacati. «Il gap infrastrutturale nei confronti dell'Europa si colma realizzando le grandi opere. È irresponsabile dire sempre no, si cancella il Paese», tuona la Filca-Cisl. Per la Fillea-Cgil «fermare le 25 grandi opere già individuate dal programma di investimenti pluriennali è un danno grave al Paese. L'Associazione piccole aziende di Torino ha varato una campagna di comunicazione «Adesso basta!» con un battage sulle reti sociali. Da Forza Italia al Pd, protestano anche i partiti di opposizione.

Il governatore regionale Sergio Chiamparino, deluso dalle mancate risposte del governo, è pronto a lanciare un referendum popolare. E in questo mondo rovesciato i Cinque stelle non sono più paladini della democrazia diretta: è «una proposta disperata», hanno replicato a Chiamparino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica