Lo scorso aprile, due mesi dopo l'invasione russa, stavano arrivando i primi e agognati missili terra aria Javelin dal Regno Unito sul duro fronte di Kharkiv, la seconda città del paese. Uno pseudo miliziano ucraino con divisa nera, che forniva ai giornalisti assistenza in cambio di mance, mi accoglie con il sorriso del volpone. E con un certo orgoglio spalanca la portiera posteriore della sua utilitaria, dove un Javelin occupava tutti e due i sedili. Chissà a chi l'ha venduto a caro prezzo. In ogni guerra c'è una minoranza di approfittatori che gioca sulla pelle dei soldati al fronte.
Questa volta la corruzione, che in un conflitto è simile al tradimento, ha coinvolto quattro vice ministri, il secondo consigliere presidenziale in ordine di importanza, cinque governatori oltre al vice procuratore generale. E potrebbe essere solo la punta dell'iceberg, che il capo dello Stato, Volodymyr Zelensky, sta spazzando via con una purga senza precedenti negli 11 mesi di guerra. Uno avrebbe incassato una mazzetta di 400mila euro per sostituire i generatori che i russi polverizzano a colpi di missile. Un altro ha addirittura maggiorato di tre volte il prezzo di uova e patate per l'esercito. E non poteva mancare chi ostentava la malversazione al volante di auto di lusso con gli ucraini al buio e al gelo. «Sono già state prese decisioni su diversi esponenti dell'esecutivo, a vari livelli ministeriali nelle strutture del governo centrale, ma anche negli organismi regionali e nelle forze di polizia» ha dichiarato il presidente.
Il 21 gennaio è stato arrestato il viceministro per lo sviluppo delle Comunità, dei territori e delle infrastrutture Vasily Lozinsky, accusato di aver intascato una tangente di 400.000 dollari. Una mazzetta sui contratti per nuovi generatori che rimettano in sesto il sistema elettrico ucraino bombardato dai russi.
L'operazione è condotta dallo speciale ufficio anti corruzione costituito prima del conflitto e fortemente sollecitato dai partner occidentali di Kiev, che nell'ultimo anno hanno già speso per l'Ucraina cento miliardi di euro in armi, aiuti finanziari e umanitari.
Ancora più vergognoso il vice Ministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, pure costretto alle dimissioni. I prezzi delle forniture alimentari ai soldati che combattono al fronte sarebbero stati gonfiati a dismisura. A cominciare dalle uova, che in negozio costano 7 grivnia (0,18 euro). Il ministero della Difesa le acquistava, all'ingrosso, per 17 grivnia. Stessa storia con le patate che trovi in ogni trincea. Il fornitore nega tutto parlando di un errore contabile, ma il vice ministro è stato silurato da Zelensky.
Repulisti necessario, che ha intaccato pure il cerchio magico del presidente. Il consigliere numero due, Kyrylo Tymoshenko, nega a spada tratta qualsiasi malversazione, ma ha dovuto dimettersi dal cruciale incarico. Per Kiev girava al volante di una Taycan bolide elettrico della Porsche, valore oltre 91mila euro, che sosteneva fosse in prestito da un amico. Tymoshenko era già stato chiamato in causa per un presento scandalo di settembre, quando sparirono nel nulla container, vagoni ferroviari e camion di aiuti umanitari destinati alla regione di Zaporizhzhia per un valore, al ribasso, di 7 milioni di euro.
Il braccio destro di Zelensky era soprannominato «il padrino del regioni». Non è un caso che nella purga presidenziale siano finiti cinque governatori delle regioni più importanti da Zaporizhzhia alla capitale. Quello di Dnipropetrovsk, Valentin Reznichenko, regione nella retrovia del Donbass martellata dai russi, avrebbe affidato contratti per la riparazione di strade, di decine di milioni di euro, a un gruppo cofondato dalla sua fidanzata, istruttrice di fitness.
La purga ha fatto fuori anche il vice Procuratore generale, Oleksiy Symonenko, molto chiacchierato per le costose vacanze da sogno a Marbella, in Spagna a Capodanno.
L'Ucraina era in cima alla lista dei
paesi corrotti in Europa ben prima dell'invasione russa. A Bruxelles la purga di Kiev fa suonare l'allarme, dopo il via libera al mega prestito di 18 miliardi di dollari per il 2023 che servirà a tenere in piedi il paese.
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