Lisa sarà giustiziata. È la prima donna dal 1953

Uccise una donna e le rubò il feto. Confermata la condanna a morte nonostante la malattia mentale

Lisa sarà giustiziata. È la prima donna dal 1953

Quando il 17 dicembre del 2004 la polizia fece irruzione armi in pugno nella sua fattoria, a Melvern, in Kansas, Lisa Montgomery era in poltrona con una bambina tra le braccia. Guardava la televisione che stava trasmettendo la notizia della scomparsa della figlia di Bobbie Jo Stinnett, da lei massacrata il giorno prima. Il 12 gennaio Lisa sarà giustiziata da una iniezione letale nella camera della morte del penitenziario federale di Terre Haute, in Indiana. Era dal 1953 che negli Stati Uniti non veniva eseguita la condanna a morte di una donna, e ovviamente la notizia sta destando scalpore, che di certo non cancella l'insano gesto compiuto sedici anni fa. La Montgomery è stata condannata nel 2007 per un omicidio particolarmente efferato nella sua dinamica perversa. Lisa, all'epoca dei fatti 36enne, con la scusa di voler comprare un cucciolo di cane, si era recata nella casa di Bobbie Jo Stinnett, in Missouri. Una volta entrata aveva strangolato la donna 29enne, incinta, e con un coltello le aveva aperto l'addome e tirato fuori la bambina, con cui poi scappò via. Quella bimba, poi salvata, oggi ha 16 anni.

Come sempre avviene intorno alle condanne a morte, anche in questo caso, diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani, e che lottano contro la pena capitale, promettono di dare battaglia fino all'ultimo istante. Così come i legali della donna che spingono sui gravi disturbi mentali patiti da Lisa, avendo vissuto un'infanzia e un'adolescenza piena di violenze e di abusi, più volte stuprata dal compagno della madre e poi abusata anche dai due mariti. Una condizione di disagio psichico aggravata inoltre dalla dipendenza dall'alcol. Sul New York Times è stato pubblicato recentemente un reportage nel quale si parla anche di traffico sessuale e di una violenza carnale di gruppo ai danni di Lisa quando ancora non era neppure adolescente. La donna sta vivendo con lucidità e pentimento le ultime tappe della sua esistenza: l'esecuzione era stata fissata per l'8 dicembre scorso, ma i legali hanno contratto il Covid e un giudice federale ha concesso il rinvio a gennaio dell'esecuzione per consentire ai due avvocati di ristabilirsi e presentare una richiesta di clemenza in favore della donna. Ironia della sorte la sentenza verrà eseguita nove giorni prima dell'insediamento del presidente eletto Joe Biden, che si è impegnato ad abolire la pena di morte federale.

Per trovare una donna vittima del boia negli Usa bisogna tornare indietro al 1953, quando furono in due ad essere giustiziate. Una di loro era Ethel Rosenberg, che, negli anni della Guerra fredda, fu condannata alla sedia elettrica col marito Julius con l'accusa di spionaggio, per aver passato all'Unione Sovietica informazioni segrete sulla bomba atomica. L'altra detenuta giustiziata nel 1953 è Bonny Heady, condannata alla camera a gas per aver ucciso il figlio di 6 anni di un ricco magnate automobilistico di Kansas City. Lisa Montgomery ha da tempo ammesso la piena responsabilità del crimine che ha commesso ed è cosciente di meritare la condanna a vita, ma la grave malattia mentale di cui è affetta rende l'esecuzione una profonda ingiustizia», ha commentato Kelley Harry, l'avvocato della donna.

Venerdì è arrivata la doccia fredda: una giuria di tre giudici della Corte d'Appello per il Distretto di Columbia ha ritenuto infatti valida per l'esecuzione la data prevista dalla direzione del carcere, e a meno di una grazie dell'ultimo momento, il destino della Montgomery sembra segnato.

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